Riservato, schivo e di poche parole. Questo è il Bryan Cristante visto in pubblico, quello che non ama stare al centro dei riflettori ma che preferisce i fatti alle parole. Il Cristante invece che viene descritto da amici, giocatori e allenatori è tutt’altro, in primis un uomo che non lascia mai solo il compagno di squadra, pronto sempre al sacrificio per il bene del gruppo e del suo allenatore.
Un leader silenzioso, un amico e il giocatore ideale per ogni tecnico. Il popolo italiano se ne è accorto in questo Europeo, vissuto da prima riserva (di lusso) del centrocampo azzurro ma anche da grande protagonista contro l’Inghilterra. Perché al suo ingresso in campo, all’inizio del secondo tempo al posto di Barella, l’Italia ha cambiato ritmo: merito del ventiseienne che ha portato maggiore fisicità a centrocampo e nuove soluzioni offensive. E infatti sul gol di Bonucci c’è il suo decisivo zampino, quel colpo di testa ad allungare la traiettoria del corner che ha favorito prima la girata di Verratti e poi il tap-in vincente del difensore centrale.
L’immagine particolarmente apprezzata dai tifosi della Roma è la sua corsa verso Spinazzola pochi secondi dopo l’infortunio al tendine d’Achille nel match contro il Belgio. Il centrocampista non lo ha mai lasciato solo fino al momento dell’uscita dal campo, e anche quando il terzino è rientrato nella capitale lo ha chiamato quotidianamente per sincerarsi delle sue condizioni.
Elogiato dal ct Mancini, e poi giorni fa anche da Mourinho: “È un giocatore meraviglioso in un gruppo, lo aspetto a braccia aperte“. Ma prima degli allenatori, a far cambiare la percezione di Bryan ai tifosi giallorossi è stato De Rossi: “Vorrei altri cento giocatori come lui – aveva dichiarato nella sua conferenza stampa d’addio alla Roma – perché anche se non è nato a Roma ci mette l’anima, da romanista“. Per il suo club si è sacrificato giocando un’intera stagione da difensore centrale, rischiando anche di perdere l’Europeo: anche per questo la Roma gli è grata e a settembre non è escluso un adeguamento del contratto.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo