Sarà che il 2016 è un anno pieno di sorprese ad effetto, ma sta di fatto che al quarto piano di via Rosellini una svolta storica c’è stata. Per la prima volta da quando è entrata in vigore la Legge Melandri, la Lega Serie A si è ritrovata compatta nel trovare l’accordo per dividere le risorse dei diritti tv per la stagione in corso e per la prossima. Che ci fosse l’unanimità in una scelta così importante dal punto di vista economico e politico non era mai successo: i 20 club della massima serie hanno trovato un punto di equilibrio condiviso anche sul «paracadute» per le retrocesse fino a un massimo di 60 milioni di euro. «Oggi non abbiamo fatto il referendum. Hanno votato tutti sì, è incredibile. Domani? Chissà», le parole di Massimo Ferrero, il presidente della Sampdoria, all’uscita dall’assemblea.
LE QUOTE – Ma vediamo i dettagli: la quota incrementale di 25 milioni di ciascuna delle due stagioni sarà divisa per il 40% tra tutte le squadre della massima serie (si parla di 500mila euro circa in più a testa). Il restante tra le formazioni che si piazzeranno tra il quarto e il diciassettesimo posto in classifica (un milione di euro in più per club): le prime tre avranno in bilancio i proventi della qualificazione in Champions, mentre le ultime tre potranno avvalersi del contributo del «paracadute». Quello raggiunto è un risultato importante: «Possiamo dire che è stata una giornata molto positiva. C’è stata una svolta storica, abbiamo approvato all’unanimità la ripartizione dei diritti tv per quest’anno e il prossimo e le linee-guida per gli inviti a offrire del triennio 2018-2021. È il frutto di un lavoro importante fatto dalla commissione, un risultato di grande soddisfazione. Voi stessi spesso ci criticate perché si litiga o perché si discute solo di soldi, che comunque sono il carburante. Va segnalato il clima molto costruttivo che si è realizzato in questi giorni: 20 società su 20», ha spiegato Maurizio Beretta.
LE DATE – «Campionato anticipato a metà agosto? Una scelta di questo genere la assume la Lega come soggetto collettivo, ma è la somma delle volontà delle singole società con le quali ci confronteremo nelle sedi e nei momenti più opportuni. Quindi, anche se l’avessi, lamia opinione personale non avrebbe alcun rilievo. Non se ne è parlato, ne discuteremo quando si parlerà del calendario del prossimo campionato», ha concluso.