Sotto lo sguardo di Mourinho la Roma ritrova coraggio ma non riesce nell’impresa titanica di rimontare lo United e dice ufficialmente addio alla finale di Europa League. Dopo il 6-2 dell’andata d’altronde i giochi erano pressoché decisi ma i giallorossi ci hanno comunque provato e hanno messo in mostra due gioielli del vivaio (Darboe e Zalewski) forse utilizzati troppo poco finora. Fonseca, all’ultima passarella europea in giallorosso, torna alla difesa a 4 con Mancini a centrocampo e nei primi minuti si gode la buona partenza della squadra che va vicina tre volte al vantaggio trovando però un grande De Gea. Poi il Manchester scioglie le trecce ai cavalli e Cavani dopo due tentativi scaraventa in porta il pallone che uccide tutte le speranze.
Nella ripresa De Gea è ancora sugli scudi ma Dzeko trova il modo di far male e suonare la carica. Il 2-1 è firmato da Cristante con una botta da fuori. Si accarezza per pochi secondo il brivido della remuntada in stile Barça ma è ancora Cavani a matare di testa. C’è comunque spazio e gioia per il primo gol tra i grandi di Zalewski, il ragazzino nato a Tivoli segnalato da Boniek a Conti. La vittoria alimenta i rimpianti di un’andata scellerata.
«La finale è stata persa nel secondo tempo dell’Old Trafford – ammette Fonseca -. Abbiamo dimostrato di potercela giocare con lo United. Dimissioni? Non ci ho mai pensato. Non sono una persona che si arrende e resto equilibrato. Dall’Italia mi porto via tante cose positive. Mourinho? Non ha bisogno dei miei consigli ma parleremo sicuramente».
Da segnalare l’ennesimo ko: quello di Smalling alla mezz’ora. Intanto si scalda il mercato portoghese di Mourinho (che ieri ha postato due cuori giallorossi) e Pinto con particolare attenzione al tesoro di Mendes e a Raul Jimenez del Wolverhampton. Il reparto più colpito dalla cura Mou potrebbe essere il centrocampo dove oltre a Renato Sanches sgomitano van de Beek, Matic e Isco.
FONTE: Leggo – F. Balzani