E pensare che dopo quel gol a San Siro nella gara d’andata tutto sembrava avviato a risolversi per il meglio. La rete del pareggio in casa del Milan in pienissimo recupero aveva illuso tutti. La crisi è alle spalle, da adesso in poi si (ri)comincerà a vedere l’Abraham della passata stagione. Macché. Sono passati mesi, sono state giocate decine di partite ma la crisi non è mai stata superata. Tammy sta continuando a deludere. I gol? Spariti.
L’inglese, che l’anno scorso segnava con il ripetitore, da inizio stagione va avanti con il contagocce. José Mourinho le ha provate tutte: da intoccabile l’ha trasformato in toccabilissimo, l’ha sbattuto in panchina, gli ha tolto la titolarità ma non c’è stato niente da fare.
Gol rari, prestazioni sufficienti a larga intermittenza. E, ormai da una vita, ci si interroga: ma cosa è successo a un attaccante che l’anno scorso appena toccava il pallone faceva gol? Ci si è chiesti, angosciati: colpa sua oppure colpa del gioco di Mou? Nessuno ha saputo e sa dare ancora una risposta certa, inequivocabile.
Solo ipotesi, alcune perfino sconclusionate. La Roma sostanzialmente gioca come lo scorso anno, anzi ha un Paulo Dybala in più in fase di rifinitura. Eppure Abraham segna poco, molto poco. L’intesa con Dybala solo rare volte ha dato lustro alla Roma.
E non per colpa dell’argentino… Sono state, finora, più le critiche che gli elogi: Tammy sembra aver dimenticato come si fa gol. Vi ricordate “Tammy i tre punti e non chiedermi niente“? Possibile che ‘sto motivetto sia andato così in fretta, e inesorabilmente, fuori moda? Abrahamcadabra, servono altre magie. E più gol.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Ferretti
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