‘è un numero che tanto racconta, a proposito di Matias Suole. È 67: sono i tocchi di palla in area dell’argentino, appena dentro il vertice dalla parte destra. In quella cifra c’è tutta la trasformazione di un giocatore che con la porta avversaria aveva un rapporto episodico, casuale, non certo strutturale: se arriva, il tiro in porta, tanto meglio, sennò va bene lo stesso. E invece no. E invece Gasperini ha trasformato questa possibilità in necessità.
Matias è il quarto giocatore di movimento più impiegato della rosa, ha giocato da titolare 20 volte su 21 tra campionato ed Europa, è il post Dybala che è diventato presente: Paulo ha perso la Roma e stasera rischia la quinta panchina consecutiva (è in ballottaggio con Ferguson), Soulé se l’è presa tutta. Dentro un reparto offensivo che, fosse per Gasperini, a gennaio cambierebbe totalmente (e infatti il club vuole accontentarlo regalandogli sia Zirkzee sia Raspadori), Soulé è l’intoccabile: «Sono molto soddisfatto di lui, è tra quelli che si distinguono e ha caratteristiche particolari».
Stasera affronta la Juve con 4 punti di vantaggio in classifica: una vittoria vorrebbe dire prendersi un vantaggio grande così in ottica Champions e chissà, forse tornare a ragionare di traguardi più alti. Per riuscirci, il tecnico non può che chiedere aiuto a Soulé. Ecco: la sfida è decidere un big match, completare la trasformazione da talento in campione. E magari far rimpiangere alla Juventus quei 30 milioni (bonus compresi) incassati un anno e mezzo fa. Già oggi vale di più, Matias. Chissà domani mattina.
FONTE: Il Corriere della Sera











