Il bello (o il brutto) di quando parla José Mourinho è che a volte ci si distrae così tanto per via degli effetti speciali di cui costella le sue risposte, che si corre il rischio di perdersi alcune frasi apparentemente opache, e che invece raccontano la realtà dei fatti. La vigilia con la Sampdoria – con la Roma che cerca il decimo risultato utile di fila in campionato che manca dal gennaio-maggio 2016, quando con Spalletti i giallorossi arrivarono a 17 – è invece un tassello importante di una stagione che, per le posizioni che valgono l’Europa, si gioca sul filo di lana.
“Finire quinti o ottavi è drammaticamente diverso“. Al netto della straordinaria cavalcata in Conference League, infatti, il giudizio sull’annata dello Special One si deciderà molto sul piazzamento in campionato. L’avverbio che usa infatti l’allenatore portoghese non è affatto banale: “Drammaticamente”. Perché sa come da lì passi anche il mercato che la proprietà sarà in grado di fare in estate, quando le ambizioni saranno chiamate a lievitare.
Non nascondiamolo: Mourinho è venuto a Roma per tornare a provare quel sapore della vittoria che gli manca ormai da cinque anni. E infatti il secondo messaggio chiave che lancia – proprio in relazione alla striscia di risultati utili – non è affatto banale: “Qualche volta un pareggio non è un disastro come può sembrare. Ma può succedere ad una squadra che non ha la mentalità giusta e non sa cosa vuole dire giocare per vincere qualcosa. Quando hai questa mentalità capisci che i punti sono sempre importanti e che gli obiettivi sfumano per questi piccoli cali di concentrazione”.
Per questo ci tiene ad archiviare il derby. “Ne ho parlato un po’ con la squadra: l’unico che ci interessa è quello della prossima stagione. Ora dobbiamo essere concentrati sulla Samp. Dovremo giocare bene per vincere”. Per farlo dovrà fare a meno di Zaniolo, infortunato. È qui che Mou innesca il vero show (l’altro, battibeccando con un giornalista, è solo malinconico), quando, alla domanda sull’assenza di Nicolò, sfodera un foglietto su cui aveva scritto in che momento gli sarebbe stato posto il quesito. Previsione azzeccata, consegna del foglietto al collega e aura di magia intorno a lui.
La risposta, però, è nervosetta, non sul giocatore bensì sulla curiosità che ruota attorno a lui. “È normale che qualche giocatore vada ogni tanto in panchina. Con la Lazio abbiamo adottato una strategia diversa con l’obiettivo di vincere e l’abbiamo fatto. Poi è tornato con la Nazionale giovedì mattina con un problema al flessore. Lui è il primo a dire che è indisponibile per la partita. Non dico altro perché non c’è storia. Non vi vedo chiedere ad Allegri perché non gioca Bernardeschi, oppure ad Inzaghi nessuno chiede perché non gioca Dzeko. Mi sembra che qui ci siano delle ossessioni su Zaniolo. Se volete saperne altro chiamate il suo entourage, sperando che vi dicano la verità“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
https://youtu.be/pmh5YpLEbus