L’abbaglio di Collum ha confermato al designatore europeo Roberto Rosetti di aver condotto la battaglia giusta, poco meno di un anno fa, quando ebbe un ruolo decisivo nel convincere Ceferin e gli altri vertici ad abbracciare, finalmente con convinzione, la tecnologia.
Già, proprio il 3 dicembre 2018, due mesi dopo l’ennesimo no, l’Esecutivo dell’Uefa approvava l’introduzione della Var dagli ottavi di Champions – da questa edizione coperta integralmente – e nella finale di Europa League, assecondando le richieste di chi, come Rosetti, voleva imprimere una decisa accelerazione al processo di modernizzazione, convinto che gli arbitri europei, «formati» a lungo anche sul modello italiano, fossero pronti.
Aveva ragione. E alla luce del macroscopico errore di cui è rimasta vittima la Roma giovedì sera, aveva ragione anche chi, un mese fa, ha varato l’introduzione della Var pure in Europa League, a cominciare dai sedicesimi di finale dell’edizione in corso (il 20 febbraio), per passare ad una copertura totale dalla prossima.
FONTE: La Gazzetta dello Sport