È l’arbitro dei «comportamenti giusti», per dirla alla Spalletti, l’uomo designato per la partita più delicata del calendario: Juventus-Roma sarà diretta da Orsato di Schio. Non è un caso se pochi minuti dopo l’ufficialità della scelta il suo nome è finito nella top ten dei trend di Twitter in Italia: la pressione viaggia veloce via social, ancora prima di mettere il fischietto in bocca, e arriva fino a Torino, dove per la prima volta dirigerà la sfida con i giallorossi. Se allo Stadium è una novità, in carriera ha già arbitrato due Roma-Juventus, sempre all’Olimpico e sempre 1-1. Se è vero che non c’è due senza tre, allora la cabala pronostica un pareggio con gol. I numeri raccontano molto di chi è e dico me gestisce le tensioni dei big match: 25 partite con i giallorossi, di cui 10 vittorie, 10 pareggi e 5 ko, la bellezza di 72 cartellini gialli, 3 doppie ammonizioni e 2 rossi diretti. Delle punizioni severe ne sa qualcosa Salah, che alla prima da ex a Firenze, con tutto il carico di emozioni, ricordi e insulti che piovevano dagli spalti per il discusso addio, si prese due cartellini gialli finendo in anticipo sotto la doccia. Il primo per un fallaccio su Roncaglia, il secondo per le seguenti proteste: la famosa mano interpretata come un «vaff…», forse in modo un po’ eccessivo. Orsato non perdona nulla, soprattutto quando i giocatori alzano la voce (o appunto una mano) contro di lui. Comportamento e regolamento sono le sue due ossessioni: si autodefinisce permaloso, per cui basta poco a far scattare la punizione, ma di buono c’è che la seconda mania garantisce una direzione di gara tecnicamente perfetta, o quasi.
La giornata storta capita a chiunque, quest’anno ha fatto discutere per un rigore non assegnato per fallo di mano di Cosci in Pescara-Empoli, ma in genere le sue prestazioni hanno poche sbavature ed è considerato da molti il miglior arbitro italiano, almeno dal punto di vista dell’applicazione delle regole. Addirittura una volta, ai tempi degli esordi in Serie B, ritardò l’inizio di un Napoli-Cagliari per colpa di uno striscione contro l’allora presidente della Federazione e servì la chiamata del diretto interessato per consentire il via al match. Per quanto particolare, lui aveva solo applicato alla lettera il regolamento. Per il taglio di capelli e per il fatto che a Schio, comune di provenienza, c’era la base Nato, Orsato era stato soprannominato il «marine». Azzeccatissimo. I romanisti lo legano probabilmente ad un amaro ricordo, perché fu lui ad arbitrare la finale di Coppa Italia contro la Lazio nel maggio 2013. Ma gli incroci recenti sono stati positivi: era lui il fischietto delle ultime due partite contro il Napoli, entrambe vinte dai giallorossi. In tutto ha assegnato 4 rigori alla Roma e 1 solo alla Juventus nei 26 precedenti con i bianconeri: 11 successi, 10 segni X e 5 sconfitte. Nessuna espulsione. Ci sarà, dunque, da controllare le vene sul collo di De Rossi, di stare attenti a non lasciarsi andare a vivaci proteste da un lato e dall’altro, di non incattivire una partita che si preannuncia invece di fuoco, per la rivalità storica che c’è e per il peso dei punti in palio. Sulla buona fede dell’arbitro qualche maligno ha avuto da ridire in passato, perché pare che da piccolo tifasse Inter, ma pure fosse non si è mai notato in campo e non può certo riguardare questo Juve-Roma. Conta più fidarsi di un direttore di gara che la sufficienza la strappa quasi sempre e sperare che la pressione messa sulle sue spalle già tre giorni prima del match non pesi poi nei prossimi 90 minuti.