«Non sono mai entrato nel dettaglio delle procedure tecniche riguardanti lo stadio». Era il luglio scorso quando il presidente del Coni, Giovanni Malagò, entrava nel palazzo di giustizia di Roma. Era lì per essere interrogato dai pm in merito al suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla realizzazione dello stadio giallorosso. A quei tempi il suo nome compariva nel registro degli indagati. Gli inquirenti infatti ritenevano sospetti i suoi rapporti con l’imprenditore Luca Parnasi: «Dalle conversazioni di maggior rilievo emerge chiaramente una stretta relazione tra Malagò e Parnasi, i quali interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo Stadio della Roma e allo Stadio del Milan», si legge nelle informative dei carabinieri del nucleo investigativo. In un dialogo intercettato tra Parnasi e il direttore generale dell’As Roma, Mauro Baldissoni, quest’ultimo comunque «dubita che l’intervento di Malagò possa giovare ulteriormente». In cambio, riteneva l’accusa, il costruttore avrebbe favorito il genero del presidente del Coni offrendogli un lavoro. Poi però, la procura ha richiesto l’archiviazione. Se lo ha fatto è anche perché, durante l’interrogatorio, ha convinto i pm.
I magistrati infatti volevano capire la natura dei rapporti tra Malagò e Parnasi: «Lo conosco da sempre perché conoscevo suo padre. La mia azienda di famiglia è presente nel mondo dell’automobile da molti anni e la famiglia Pamasi è da sempre nostro cliente. Pur avendo un’amicizia con lui, non 10 ho mai frequentato, lo vedevo sempre durante le partite allo Stadio ma non mi ha mai chiesto nulla ed io non gli ho mai chiesto nulla». «Si è rivolto a Luca Parnasi per ottenere una proposta di lavoro in favore del fidanzato di sua figlia?», chiedeva la procura. E Malagò: «Non ricordo precisamente se sono stato io a fare questa richiesta, non posso escluderlo ma comunque la proposta di un incontro da parte mia era un modo di dire, nel senso ho chiesto a Luca di fare una chiacchierata con G. che è un grande appassionato della Roma. Ma la cosa non ha avuto nessun seguito». I due si sarebbero conosciuti «al circolo». Malagò avrebbe detto al genero: «Devo vedere Luca Parnasi». Il numero uno del Coni aveva rivelato: «Si sono conosciuti, si sono scambiati il numero di telefono e si sono promessi di rivedersi in ufficio da Parnasi». Poi però la faccenda non si sarebbe mai concretizzata: «G. è andato, ma avendo lui un’azienda di famiglia, questo progetto non ha mai avuto un seguito». E anche per questo il ruolo di Malagò sembra essere definitivamente chiarito.