Il suo percorso è iniziato in una finale di un torneo per bambini di calcio a 5. Poco prima dell’inizio del match, una delle due squadre perde il proprio portiere per un infortunio. Volendo evitare l’ipotesi del “fare un po’ per uno”, l’attaccante Davide alza la mano e dice al mister: «Ci voglio andare io». Da quel giorno, i guanti da portiere, entrarono nella vita di Davide Mastrantonio, il portiere della Primavera della Roma, che pochi giorni fa, ha parato due calci di rigore nei quarti di finale di Coppa Italia contro la Juventus.
Il suo percorso tra i pali inizia ufficialmente sul campo dell’Urbetevere, in via della Pisana, allenato da Filippo Bangrazi: «Ricordo di essermi trovato davanti ai mei occhi un bambino di otto anni che aveva già una predisposizione per questo ruolo – racconta il tecnico – era molto esigente con sé stesso e soprattutto non si abbatteva davanti ad un errore o una difficoltà. Aveva alle spalle una famiglia molto unita, composta da sportivi, che lo ha aiutato molto nella crescita».
Il papà è Paolo Mastrantonio, prodotto del vivaio romanista che riuscì ad esordire nei “grandi” sotto la guida di Sven Goran Eriksson: «Quando lo chiamò l’accademia della Roma all’Acqua Acetosa siamo stati felicissimi visto la nostra fede romanista. La voglia di parare il pallone ce l’ha sempre avuta. Come quando si metteva la maglia di Iker Casillas e mi chiedeva di allenarlo».
Uno scudetto con l’Under 15 giallorossa, attualmente sta disputando il suo secondo anno nella Primavera, dove gioca sotto età. Punto fermo dell’Under 18 azzurra, il suo primo contatto da professionista lo ha firmato nel 2021 con scadenza 2024. Mourinho lo ha convocato in più di un’occasione anche all’Olimpico, dove fino a qualche anno fa andava in Tribuna Monte Mario insieme al padre, con i due biglietti della Hall of Fame in tasca.
Un padre mentore che si augura una cosa per il futuro del figlio: «Spero possa continuare a divertirsi e a giocare con continuità. Far parte della prima squadra è bellissimo ma penso che per un portiere sia fondamentale non perdere il ritmo partita. Se ancora in Primavera o da qualche altra parte a farsi le ossa, lo dovrà decidere la società».
FONTE: Il Messaggero – A. Cristofori