Passano i giorni e conosco sempre più la tifoseria romana, la passione e la voglia di vincere. E’ naturale che si voglia vincere, non conosco tifoseria che ha voglia di perdere. Recentemente un Club giallorosso a Testaccio, che ha fatto la storia della Roma, si è ricordato dello scudetto di vent’anni fa. Però, mi raccomando: bene le commemorazioni se sono foriere di un prossimo successo.
Io sono convinto, peraltro, che un successo garantito ci sarà quando la Roma avrà il suo nuovo stadio. E’ sempre così. Ho una certa età e mi ricordo cosa significò il passaggio dallo Stadio Flaminio all’Olimpico. Tra noi, giovani e meno giovani, sembrava che la Roma, solo giocando all’Olimpico, era pronta a vincere lo scudetto. Non fu così, ma quel che conta nella tifoseria o almeno in quelle più appassionate, è crederci.
Non sempre, ma per un po’. C’è un’altra realtà che in questo mio nuovo incarico ho voglia di conoscere: sono le radio locali. So bene quello che significano e lo ripeto spesso. Io, nel 1970, ho cominciato l’attività radio-televisiva proprio con la radio, in un programma quotidiano che trasmetteva da Via Asiago e si chiamava “Buon pomeriggio”. A un altro piano, Arbore guidava “Per voi giovani”. E, in un altro studio, Franco Moccagatta e Gianni Boncompagni conducevano, con grande successo, “Chiamate Roma 3131”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – M. Costanzo