Si chiude con un’importante perdita il primo bilancio dell’era Friedkin alla Roma. E la famiglia texana continua a mettere mano al portafogli per investire nel club. Il cda giallorosso ieri ha approvato il bilancio chiuso al 30 giugno 2021, con un rosso che si attestato a 185,3 milioni: in miglioramento rispetto al negativo di 204 milioni del precedente esercizio. Per far fronte allo squilibrio fra costi (235,6 milioni) e ricavi (190,4 milioni) della società il cda ha proposto di partecipare e aumentare l’importo di capitale fino a 460 milioni da completare entro fine 2022 dopo l’approvazione dell’assemblea degli azionisti del 26 novembre.
Nel mese di ottobre i Friedkin al momento hanno versato altri 10,9 milioni nelle casse societarie, portando gli investimenti complessivi a 284,2 milioni da quando hanno preso il comando. Dei 460 milioni complessivi dell’aumento di capitale va considerata la fetta che dovrebbero versare gli azionisti più piccoli, che hanno il 13,2% delle azioni. Gran parte è stata già iniettata all’interno della Roma, compresi i 101 che sborsò Pallotta prima di vendere. Tutti i finanziamenti dei Friedkin saranno inoltre convertiti in “Riserva azionisti c/ aumento di Capitale”: una mossa che come prevedibile ridurrà il debito.
Ad ingrossare il rosso del bilancio anche Pastore e Nzonzi: con le loro rescissioni il dato delle svalutazioni è stato pari a 21,1 milioni. La Roma ha fatto poi sapere che si registra uno scostamento dai requisiti di pareggio dell’Uefa. Quindi la società potrà essere “soggetta all’invio di informazioni e, dopo il controllo, potranno essere richiesti eventuali chiarimenti”. In sostanza per la violazione del Fair Play la Roma rischia una sanzione. Scompare invece la parola “significative” accanto a “incertezze” nel passo in cui emerge che gli amministratori hanno ritenuto che ci siano delle incertezze relative alla continuità aziendale. Un miglioramento della situazione.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora