Chris Smalling e la Roma, un matrimonio che s’ha da fare. Almeno nelle intenzioni. Riuscirci però non è così scontato. Quello che è certo è che il paziente, nel senso stretto dell’attitudine di aspettare, inglese ha deciso che vuole tornare a vestire la maglia giallorossa (non si affannino quindi da Manchester a offrirlo qua e là, anche perché per ora non risultano altri interessi concreti). Per questo si lavora da settimane, dopo la beffa dell’Europa League senza Smalling in campo, a un riavvicinamento con il Manchester United.
Forti della volontà del giocatore, che comunque non vuole piantare grane alla società in cui è stato per tanti anni e grazie alla quale è diventato il giocatore che è, ma che ha già manifestato più volte ai dirigenti inglesi il suo desiderio e ha già un accordo sull’ingaggio (che è pronto a ridursi in vista del nuovo contratto in giallorosso).
Si lavora al prestito oneroso sulla base di 4, massimo 5 milioni di euro con obbligo di riscatto a fine stagioni fissato a 13 milioni. Una nuova offerta, per garantire a Fonseca – confermato in panchina dal vertice Ryan Friedkin-Fienga di mercoledì scorso – il difensore perno che si è subito ambientato nella Capitale, attorno al quale costruire la prima Roma americana “bis”. Per ora da Manchester non è arrivata la risposta positiva, ma la sensazione è che alla fine possa spuntarla il giocatore, quindi la Roma.
Ci conta Guido Fienga (rientrato in Italia dopo il summit londinese con Ryan), l’uomo di fiducia – da comunicati – di Friedkin in questa prima fase della scoperta dell’Europa e del calcio. È lui che porta avanti il mercato della Roma, con il confronto costante con il tecnico Fonseca e con il supporto di Morgan De Sanctis, recentemente formalmente nominato direttore sportivo della Roma in Federazione come da regolamento (continuerà però a occuparsi delle giovanili come da incarico) fino al momento in cui si affiancherà – con i tempi necessari – a Fienga un uomo di calcio nella veste di ds. In questo senso si registrano in crescita le quotazioni di Piero Ausilio, che è un’altra delle posizioni in bilico dopo il terremoto Conte all’Inter e potrebbe liberarsi, oltre all’atavico interesse per Fabio Paratici, al momento però concentratissimo sulla nuova Juve di Pirlo.
Capitolo Dzeko A Trigoria e all’Eur sono perfettamente soddisfatti di Edin Dzeko e l’intenzione di base è quella di continuare insieme. La domanda che sorge spontanea però è: perché Dzeko ogni estate (e anche nell’inverno 2018, a dire il vero) finisce sui giornali in quota possibile cessione? Perché è forte, evidentemente, e le offerte non gli mancano. E perché la Roma deve sempre far tornare in qualche modo i conti. Ma evidentemente con chi funziona meno, non con chi è decisivo.
FONTE: Il Romanista – G. Fasan