Offrire è lecito, rispondere educazione. Dovrebbe, almeno, essere educazione. Ma si vede che in Premier non funziona così. Nel senso che, dopo settimane di trattative sempre a rilento perché l’Arsenal prima di rispondere si è sempre preso un tempo che fa a cazzotti con l’educazione, Tiago Pinto ha fatto una nuova proposta. Potremmo chiamarlo anche rilancio, per provare a chiudere l’acquisto (in prestito) di Maitland-Niles, l’esterno destro e centrocampista che a Trigoria è stato individuato come l’uomo giusto per andare a coprire almeno uno dei buchi che presenta l’attuale rosa.
Il risultato, come fanno sapere direttamente dalla perfida Albione, è che l’Arsenal non ha ancora risposto. Così Pinto, che sperava di festeggiare il suo primo anno a Trigoria regalando una buona notizia a Mourinho e ai tifosi, si trova di nuovo in una posizione di infelice immobilismo, senza oltretutto sapere se proseguire nella pista inglese oppure dedicarsi a una delle opzioni B che ha messo in piedi nelle passate settimane.
Pinto aspetterà una risposta per un paio di giorni, non di più, poi si concentrerà su altro. Non conosciamo nel dettaglio la nuova offerta della Roma, ma per quel poco che siamo riusciti a sapere, sul piatto il club giallorosso avrebbe messo un milione per il prestito, dieci milioni e mezzo per il diritto di riscatto che si trasformerebbe in obbligo dopo dodici-tredici presenze del giocatore. Ed è su quest’ultima cifra che si deciderà la questione. Perché l’Arsenal vuole almeno cinque presenze in meno per chiudere (anche se in Inghilterra cominciano a dire che i Gunners non sarebbero poi così intenzionati a privarsene: forse per far aumentare il prezzo?). In più c’è il fattore tempo.
La Roma da qui alla fine della stagione dovrà giocare da un minimo di ventidue partite (se dovesse essere subito eliminata in coppa Italia e negli ottavi di Conference) a un massimo di trentuno (finale in entrambe le coppe). Se dovessero saltare anche le cinque di questo mese di gennaio, si scenderebbe da un minimo di diciassette a un massimo di ventisei. Numeri che possono avere il loro peso nel momento in cui si discute un minimo di presenze. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri