Palla al centro: si (ri)comincia. E stavolta si (ri)finisce, perché c’è un tempo per vivere e un altro per giocare, senza doversene stare, malinconicamente, a guardare gli altri. Arkadiusz Milik ci ha pensato, e lo farà per qualche giorno ancora, sperando che qualcuno arrivi in suo aiuto: un assist, cosa volete che sia?, e via, verso Roma, per chiuderla lì, ripensando ch’è stato bello credere nella Juventus, anche se da «parametro zero». In questa sciarada, c’è ben poco da capire: si passa da un enigma all’altro, e alla fine, avvolti nel mistero, se ne esce con le idee confuse.
L’unica certezza, ormai, è nella fase di avvicinamento tra Roma e Napoli, che intorno ai venticinque milioni (bonus compresi) potrebbero regalarsi ciò che ognuno vuole, un bomber a Trigoria e una onorevole dose di cash a Castel Volturno. Il contratto in scadenza nel giugno del 2021 è un dettaglio, in questo braccio di ferro diventa carta straccia, se poi la prospettiva di Milik, per godere di quel privilegio, dovesse diventare la rinuncia all’Europeo, al quale nessuno Ct porterebbe un calciatore fermo per un anno intero.
Milik alla Juventus ci ha creduto, giustamente, e non certo perché l’ha sognata: l’hanno chiamato un bel po’ di tempo fa, quando c’era ancora Sarri, poi la storia si è involuta per lui e quella promessa, anzi quella parola, anzi quel sì reciproco, è svanito nel nulla. Ora Madame sta aspettando che Suarez, el pistolero, fulmini una per una le domande che dovrebbero ritrovare nei test di italiano, dopodomani: altrimenti, e forse anche a prescindere, il centravanti ideale che Andrea Pirlo ha invocato diventerebbe Edin Dzeko.
Questo non è un paese per «vecchi», ma per attaccanti di lungo corso, esperti, autorevoli, leader. E Milik ora vorrebbe semplicemente sentirsi dire da Paratici, che è stato il suo interlocutore, di non essere più nel radar della Vecchia Signora, sedotta da altri: nella vita, può capitare. Gli basterebbe poco, per restare a meditare su cosa fare, e d’altro canto la Roma gli ha già garantito un quinquennale a scalare, che parte da quattro milioni e mezzo e continuerebbe poi ad orbitare intorno ad un ingaggio lunare.
Da Napoli a Roma ormai è niente, in un’ora di alta velocità si riesce a completare la contrattualistica, a sentirsi paghi del proprio destino, a dimenticare ciò ch’è stato ed a tuffarsi nel futuro: Milik non vuole rinunciare all’Europeo ed ha intuito che vestendosi da giallorosso e liberando Dzeko, avrebbe la possibilità di godersi le proprie umanissime ambizioni.
FONTE: Il Corriere dello Sport – A. Giordano