Tutti dietro il comandante. Non c’è guida migliore di chi ha vinto battaglie a ogni latitudine, come José Mourinho, per preparare una finale che la Roma attende da 31 anni. Troppi. Riempiti da uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, ma pure da troppe delusioni a conferma di quanto sia difficile vincere qui. In fondo è proprio questa la sfida che ha portato lo Special One ad accettare la proposta dei Friedkin, la consapevolezza che un trofeo conquistato nella Capitale, qualunque esso sia, resta scolpito nella storia e viene festeggiato con una passione imparagonabile.
E allora sotto con la missione finale di Conference League. Dopo un sabato di riposo per smaltire le tossine di Torino, dove è arrivata la qualificazione all’Europa League del prossimo anno, da oggi a martedì i giallorossi sosterranno un allenamento al giorno. Tutti a Trigoria, tutti di mattina.
La partenza per Tirana è prevista dopo la rifinitura di martedì, la squadra si affaccerà all’Air Albania Stadium solo per testare il campo e l’atmosfera. E mercoledì dalle 21 si proverà a fare la storia. “Le finali sono 50-50 – ha spiegato Mourinho intervistato dalla Uefa – ma faremo del nostro meglio per portarla a 51-49 per noi”.
Insieme a Smalling e Mkhitaryan ha già vinto l’Europa League nel 2017 alla guida del Manchester United, l’armeno vorrebbe dargli una mano anche stavolta e ieri si è presentato a Trigoria per continuare il percorso di recupero dall’infortunio. Le sensazioni tendono al cauto ottimismo, Miki ci sarà a Tirana, bisogna solo capire se pronto a partire dall’inizio. Altrimenti sarà ballottaggio tra Oliveira e il ritrovato Veretout.
FONTE: Il Tempo – A. Austini
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