Dopo quattro mesi difficili tra infortuni e basso rendimento finalmente “è tornato l’armeno che va come un treno”. Henrikh Mkhitaryan seppur contro il già retrocesso Crotone si è preso la scena all’Olimpico con un gol e ben due assist vincenti. Il trequartista dopo mesi complicati ha ritrovato una buona forma fisica e ha messo in campo tutto il suo repertorio per aiutare una Roma che dovrà cercare di chiudere al meglio contro Inter, Lazio e Spezia per terminare la stagione settima e guadagnarsi almeno un posto nel playoff della neonata Conference League.
Ieri Mkhitaryan ha aiutato la Roma a riprendersi la posizione in classifica occupata per mezzagiornata dal Sassuolo che nel lunch match aveva battuto il Genoa, adesso dovrà dare un contributo maggiore per espugnare prima San Siro poi l’Olimpico nella stracittadina. Il gol gli mancava dal 31 gennaio, dal match contro il Verona, adesso è arrivato a dodici reti stagionali e tredici assist. Un super bottino per un giocatore arrivato a parametro zero e che è stato tra i migliori dei top campionati europei. Insieme a Bruno Fernandes e Marco Llorente è uno dei tre centrocampisti in Europa ad aver messo a segno almeno dieci gol e dieci assist nei cinque campionati top.
L’armeno è in scadenza di contratto, la Roma già da gennaio ha attivato l’opzione per il rinnovo ma per ora non è arrivata una risposta ufficiale. La clausola del rinnovo infatti dipende proprio dal giocatore: una volta proposta dal club, è il trequartista a decidere se accettare o meno. Un’opzione che mette Mkhitaryan in una situazione di controllo della situazione, una “clausola” inserita nel contratto di una stagione fa che ha lasciato qualche perplessità tra i nuovi dirigenti della Roma.
Mkhitaryan ha lasciato il contratto in standby. Le offerte in Europa non mancano, ma lui come ha detto di recente è “innamorato di Roma” e vuole prima capire come evolverà la situazione a Trigoria. L’arrivo di Josè Mourinho lo ha completamente spiazzato, anche lui non si aspettata l’arrivo dello Special One con cui ha avuto più di un contrasto durante la loro esperienza al Manchester United.
A raccontare le scintille tra i due ci ha pensato Mkhitaryan in un’intervista rilasciata al blogger russo Yevgeny Savin nel marzo 2020: “Se Mourinho è l’allenatore più difficile della mia carriera? Sì, potrei dire di sì. Una volta a colazione Mourinho mi vide e mi disse: ‘Per colpa tua la stampa mi critica’. E io risposi: ‘Davvero? Non lo faccio certo di proposito’. E’ stato l’allenatore più duro che ho avuto in carriera, è un vincente di natura e vuole che tu faccia quello che ti chiede. Ci sono state divergenze e conflitti, che per fortuna non hanno messo a repentaglio i trofei vinti – ha dichiarato l’armeno sulla prima stagione, quando lo United vinse Community Shield, Coppa di Lega ed Europa League -. Se è vero che mi ha attaccato dopo la partita e mi ha spinto dicendo che dovevo allenarmi di più? Si è vero. Tutto è iniziato da lì. Ho pensato: “Non ho altro da aggiungere al Manchester. Lavoro, presso, aiuto la squadra, segno e qualcuno è anche insoddisfatto. Non volevo perdere tempo, ma solo giocare a calcio”.
La vera rottura però arrivò la stagione seguente, tra novembre e dicembre 2017, quando Mourinho spedì l’armeno in tribuna per sei partite consecutive senza avere infortuni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, il segnale che per Mkhitaryan era il momento di cambiare aria.
Prima di firmare un altro rinnovo di contratto, l’ultimo importante della sua stagione, Mkhitaryan avrà bisogno prima di parlare con Mourinho e capire quali sono i suoi piani per il futuro. Anche per il suo futuro. A trentadue anni Mkhitaryan non ha tempo per rivivere altre due stagioni come quelle allo United: al termine della stagione Henrikh chiederà alla Roma un colloquio privato con Mourinho per confrontarsi e decidere il futuro insieme. Se lo Special One lo considererà un elemento importante del suo nuovo corso allora l’armeno resterà, altrimenti (come giusto sia) le strade del ragazzo e della Roma dovranno inevitabilmente separarsi.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi