Negli ultimi dieci anni all’esordio in maglia giallorossa erano riusciti ad andare a segno solo in cinque prima di lui: Lamela, Nico Lopez, Ljajic, El Shaarawy e Kolarov. Ieri la sestina l’ha chiusa Mkhitaryan, che una prima così la desiderava con tutto se stesso. Per presentarsi al meglio davanti ai suoi nuovi tifosi e per dedicarla a papà Hamlet, scomparso a soli 33 anni a causa di un tumore al cervello. (…)
Mkhitaryan ieri ha giocato a destra, un po’ a sorpresa e un po’ no. Perché Micki, come lo chiamano già affettuosamente a Trigoria, accarezza bene il pallone con entrambi i piedi e può ricoprire un po’ tutti i ruoli dell’attacco. Il che è sicuramente un vantaggio per Fonseca, ma lo è anche per Edin Dzeko, che con Henrikh ha la possibilità di avere un aiuto in più in fase offensiva. Da cui, magari, può nascere anche qualcosa di importante.
«Speriamo di sì – dice il centravanti bosniaco alla fine della partita -. Lui è un calciatore di alto livello, che ha già giocato con tante squadre forti. Prima della partita gli ho detto: “Hai fatto due gol contro la Bosnia, adesso devi farli anche qui e aiutarci a vincere questa partita”. La prima gara è andata bene, ma quando si abituerà meglio a tutto sono sicuro che farà grandi cose» (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport