(…) Anche Monchi, quest’estate, ha avuto momenti di «dubbi potenti» e «tormenti interiori» legati al portiere. (…) Ha scelto di affidare la pesante eredità di Alisson a Olsen, finora tra le note più positive di questa stagione. Ha acquistato un portiere esperto (quasi 29 anni) e dal freddo sangue scandinavo, ma avrebbe potuto scegliere un giocatore di dieci anni più giovane e dal caliente sangue latino. Di nome fa Alban, di cognome Lafont e sabato lo ritroverà da avversario.
In realtà la Roma non ha mai direttamente trattato Lafont, che era stato offerto al club giallorosso attraverso alcuni intermediari, ma Monchi ci ha pensato su. Il profilo, d’altronde, si sposa perfettamente con i parametri di Trigoria: è bravo, è giovane e, soprattutto, ha dei margini di miglioramento enormi. (…) Ma poi il d.s., dopo averci riflettuto, ha scelto di non proseguire, o per meglio dire di non iniziare, la trattativa vera e propria. Perché l’eredità di Alisson era ed è pesante per un portiere esperto come Olsen, figuriamoci per un ragazzino di 19 anni.
I fatti gli stanno dando ragione: la Roma incassa tanti gol, 16 in 13 partite in stagione, ma il numero uno svedese è quasi sempre uno dei migliori. Si sta integrando perfettamente nel gruppo – ieri era alla festa di Halloween organizzata dallo spogliatoio insieme a mogli e figli -, sta conquistando i tifosi e, soprattutto, con il suo lavoro quotidiano, è spesso da esempio per i più giovani. Deve migliorare con i piedi e, a volte, nelle trattenute dei palloni più semplici, ma i compagni ormai si fidano di lui. Senza se e senza ma. (…)