Il giorno dopo fa ancor più male. Nel senso che per uno speciali sta dei derby come José Mourinho perderne ben tre su quattro è un colpo duro, difficile da assorbire. E come è inevitabile che fosse, Mou è salito sul banco degli imputati. Le accuse? Il gioco (o non gioco) dei giallorossi, il nervosismo dilagante nella staff tecnico che poi si ripercuote an che sulla squadra e sui singoli giocatori e una produzione offensiva spesso sterile.
Il piano partita di Mou era quello di far scoprire la Lazio per poi colpiria in contropiede. Il problema, però, è che ogni volta che la palla arrivava davanti a Belotti, Il centravanti giallorosso si trovava di fatto quasi isolato, il resto della squadra, infatti, ha fatto fatica spesso e volentieri a risalire e ad accompagnare la manovra, forse anche a causa della fatica per l‘Europa League, La rinuncia poi a Dybala dopo appena 45 minuti da molti è stata vista come un segnale di resa, una bandiera bianca.
Poi c’è l’aspetto del nervosismo generale che si respira dentro la squadra che inizia a stancare anche molti tifosi. Domenica sono arrivati tre rossi, a Ibanez, Cristante e al preparatore dei portieri Nuno Santos. E forse è proprio la rabbia che trasuda dalla panchina ad essere letale. Dall’inizio della stagione sono ben dieci i rossi subiti dallo staff tecnico giallorosso. La Roma in questa Serie A ha addirittura l’ottavo attacco, dietro a tutte le big ma anche alle spalle dell’Udinese (37) ed allo stesso livello del Sassuolo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese