La Roma è ancora lì, dove l’avevamo lasciata con Fonseca lo scorso 23 maggio: settima in classifica, con vuoti tecnici e l’incapacità di battere le big, un allenatore in confusione, dirigenti che vanno e vengono e la frustrazione di una piazza innamorata ma stanca di figuracce. Come quella (enorme) di sabato con l’Inter che sembra sancire con abbondante anticipo la fine dei sogni di Champions e apre inquietanti interrogativi sul futuro. Perché i passi indietro della seconda Roma dei Friedkin sono evidenti su tutti i fronti.
Da un punto di vista tecnico i risultati sono imbarazzanti: 25 punti e sette sconfitte alla 16° non accadeva dal 1992 (nel 2008 arrivò alla 17° ma con una gara rinviata con la Samp). Peggio solo nel 1950 (9 ko e retrocessione). Lo scorso anno a questo punto erano 33 i punti con 3 sconfitte di cui una a tavolino. Insomma: un disastro. Poi c’è l’aspetto dirigenziale con gli addii di Fienga e Scalera rimasto appena 11 mesi. E non saranno gli ultimi. L’idea di far tornare Totti è forte ma per ora l’ex capitano sarà solo ambassador del main sponsor Digital Bits con compiti quindi solo di rappresentanza (alle 10 la presentazione alla Lanterna di Fuskas). In futuro chissà.
Divergenze di idee quelle con i dirigenti andati via come quelle che hanno Tiago Pinto e Mourinho. Il mercato della Roma è quello che ha portato più punti alle avversarie (vedi Dzeko e Pedro) e meno alla propria squadra con evidenti lacune in alcuni ruoli chiave. Il mercato di gennaio aiuterà, ma forse sarà tardi. Almeno per questa stagione. Poi c’è il piano comunicativo con i Friedkin in perenne silenzio e Mourinho che non risponde più alle domande della stampa. Nervoso? Di sicuro. Già alla resa? No, come conferma la presenza dello Special One ieri al Tre Fontane per vedere la Primavera e dopo a Trigoria. L’obiettivo è rimettere la barca a galleggiare soprattutto nelle coppe in attesa di tempi migliori. Senza affondare, almeno fino a giugno quando le sirene della Premier per Mou (Newcastle ed Everton) torneranno a far paura.
FONTE: Leggo – F. Balzani