La strategia della tensione ha trasformato una partita di Conference League in un’impresa da eroi. L’Olimpico in un girone infernale. I tifosi del Bodo in gattini terrorizzati che mandano lettere distensive chiedendo amicizia. Piaccia o meno, è l’effetto Mourinho. La gara di andata trascorsa a colpi di insulti tra le panchine, in un clima esasperato fino all’aggressione del preparatore dei portieri Nuno Santos, colpito con un pugno dal tecnico norvegese Knutsen. Mourinho su quella lite ha impostato la vigilia, dalla sconfitta di Bodo il livello della contesa si è infiammato.
Dopo la rissa d’andata, figlia di 90 minuti di insulti tra panchine, quella sfiorata con la Salernitana: gli avversari tornano nemici. E’ la strada per inseguire la semifinale europea: non sarà la Champions, ma la Roma può tenere accesa la speranza. Un trofeo manca dal 2008, i 60mila tifosi stasera all’Olimpico sono convinti che José sia la base per tornare a vincere.
“Mourinho è un vincente, ma per vincere ha bisogno di portare l’ambiente a un livello di tensione che può diventare un problema” scriveva nel 2009 Ferran Soriano, storico manager del Barcellona e poi del Manchester City. Nel Real per rompere l’egemonia del Barcellona riuscì a caricare a tal punto l’ambiente madridista che finirono per deteriorarsi anche i rapporti nella nazionale spagnola tra i giocatori del Real e quelli del Barcellona. José però rigetta le accuse di Bodo e Salernitana: “Una bugia ripetuta può convincere la gente. Ma resta una bugia“.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci
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