Al minuto 89 del match contro l’Udinese dalla curva Sud è partito il coro per José Mourinho che in pochi secondi ha coinvolto tutto lo stadio. Lo Special One ha risposto portandosi la mano sul cuore e poi indicando i suoi giocatori come a voler dire ai tifosi che i protagonisti da incitare erano quelli in campo.
Al di là di un rinnovo di contratto che ancora non arriva, il feeling tra lo Special One, il gruppo e la tifoseria è sempre più evidente. “Ho allenato 6-7 squadre – le parole di Mourinho – e quando sei in difficoltà i tifosi o vanno a casa o ti fischiano. Qui invece non vanno a casa ma ti appoggiano, e questo crea un clima che aiuta i calciatori a fare quello che fanno spesso: abbiamo conquistato due punti extra molto importanti per noi”.
Gli ennesimi nel finale di gara: sono infatti n quelli realizzati dal 75′ in avanti e hanno fruttato 8 punti in più tra Salernitana (1), Monza (2), Lecce (3) e Udinese (2) (…) . Di bassi ci sono stati anche contro l’Udinese. “La chiave negativa è che abbiamo tenuto aperta una partita stravinta, facile. È mancata l’ambizione ma nel secondo tempo abbiamo avuto una grandissima reazione: ci piace attaccare sotto la Sud, a volte sembra che dobbiamo battere i record di punti ottenuti nel finale. Però dobbiamo chiudere le partite, attaccare alla giugulare. La nota positiva è arrivata anche dalle sostituzioni: molte volte piango perché non ho soluzioni, stavolta la panchina era ricca. In campo c’era tanta qualità, ma eravamo troppo caotici”.
Dopo il terzo gol di El Shaarawy si è lasciato andare ad una bella esultanza, abbracciando un raccattapalle. “Non ero tranquillo, il terzo gol per fortuna ha chiuso i giochi, mi sono rilassato e ho abbracciato un bambino. Per fortuna era un raccattapalle e non un poliziotto”.
FONTE: Il Corriere della Sera