Un messaggio d’amore. Intenso e in qualche passaggio volutamente criptico. Prima di immergersi nelle vacanze sul mare di casa, in Portogallo, José Mourinho ha bisogno di parlare ancora. Alla Roma, ai tifosi, alla proprietà. Perché se da una parte è giusto celebrare il successo storico ottenuto in Conference League, dall’altro lato è fondamentale mantenere alta la tensione e la voglia di vincere. Da parte di tutti. Così, dopo le parole sul «percorso da definire» con i Friedkin pronunciate nel post-partita di Tirana, il tecnico si affida al suo profilo Instagram, che gestisce personalmente, e scrive un lungo post.
«I ricordi rimarranno per sempre e la storia non può essere cancellata. Sono state emozioni incredibili, indimenticabili, ma ho bisogno di pensare: “Cosa succederà dopo”… ». Della serie: non fermiamoci adesso. Mourinho ha bisogno di restare se stesso, anche dopo una vittoria. Una sorta di stimolatore seriale, un uomo che si alimenta di trofei e ha bisogno di credere in un traguardo per sentirsi al posto giusto. Alla società ha già fatto sapere che ha bisogno di almeno tre titolari nuovi, poi andrà sostituito chi parte. Richieste logiche, quasi scontate, se si punta ad ambire un posto in Champions e, magari, portarsi a casa un’altra coppa.
«Prima di questo – scrive ancora lo Special One – voglio abbracciare tutti. Devo comunicare al mondo la mia gratitudine ai giocatori: tutti, da Rui che ha giocato 54 partite a Pietro (Boer, ndr) che non ha giocato un solo minuto. Ma in questa squadra tutti hanno partecipato a ogni minuto di ogni partita, questo è ciò che gli Einstein del calcio non sanno, non capiscono e mi dispiace per loro. Il calcio è quello che vedi e quello che non puoi vedere, il calcio non è giocato da 11 giocatori, ma da molti altri». Il finale è tra realismo e malinconia. Proiettandosi a un giorno al momento non collocabile del futuro, Mou anticipa che «un giorno lascerò Roma e la Roma, questa è la legge del calcio, ma più di una o più coppe mi piacerebbe vedere questo club unito per sempre da questa passione e amore».
Tocca al club convincerlo a rinviare l’addio il più possibile. Tiago Pinto è atteso da un mercato complesso, che inizierà dalle cessioni utili per sistemare i conti del bilancio entro il 30 giugno. La prima partenza prevista non porterebbe soldi ma un bel risparmio sul monte ingaggi: Mkhitaryan si è promesso all’Inter, la Roma è stata informata, si attende una parola definitiva dall’armeno che non ha accettato la proposta biennale da 3.5 milioni netti dei giallorossi. Gli stessi che gli avrebbe offerto anche il Milan. Se Mkhitaryan, come sembra, saluterà a quel punto aumenterebbero le chance di permanenza di Cristante in una mediana altrimenti da ricostruire totalmente.
Mourinho vuole a prescindere un nuovo titolare, Bryan ha messo in stand by le trattative pe ril rinnovo e il suo agente si guarda attorno da mesi: a breve il confronto con i giallorossi. Resta sul mercato Veretout, che piace al Milan e in Francia ma difficilmente frutterà più di 10-12 milioni. Da piazzare anche Diawara e Darboe, va presa inoltre una decisione su Oliveira, che ieri ha parlato in patria ricordando di avere «un contratto con il Porto. Volevo provare qualcosa all’estero, mettermi alla prova e sfidare me stesso». Parole di chi non è certo di tornare a Roma dopo le vacanze.
FONTE: Il Tempo – A. Austini