Con gli occhi calmi di un bambino, José usciva di casa e osservava quelle rovine che potevano essere usare come porte per giocare a calcio: a Setubal mi raccomando l’accento sulla “u“, li chiamano arcos romanos perché sono ruderi dell’acquedotto che costruirono nel XVI secolo ispirandosi proprio alle antiche strutture latine.
Mourinho torna in vacanza da queste parti appena possibile, non solo perché desidera abbracciare la madre il papà è scomparso proprio nel 2017, ma anche perché tra i suoi concittadini respira l’aria della normalità. “A Setúbal non sono Mourinho, l’allenatore famoso, lo special one – ha raccontato – ma semplicemente José. Anzi Zé, come sono soprannominato dai vecchi amici”. È passato poche settimane fa al parco di Albarquiel in compagnia di uno di questi amici: il fido Nuno Santos, suo collaboratore alla Roma, che pure è nativo di Setúbal.
L’infanzia di Mourinho scorre tra la casa dei genitori e la scuola De Bocage, dove ha studiato tra i 7 e i 12 anni di età, che dista una decina di minuti a piedi. E un edificio bianco molto curato, con un cancello verde fresco di verniciatura e una grande bandiera portoghese all’entrata.
Mi ha accolto la gentilissima direttrice, Raquel Polainas, che ha auspicato un incontro con l’ilustre concittadino: “Quando abbiamo festeggiato i cinquant’anni della scuola sono venuti a trovarci alcuni suoi parenti. Sarebbe bellissimo se una volta venisse anche José. Di lui siamo tutti un po’ orgogliosi a Setúbal”. Lo amano perché non si chiude a riccio.
“Passeggia, saluta, fa la spesa al supermercato. Ed è sempre disponibile con tutti. È un figlio della nostra città“, mi assicura Manuel, mentre prepara un caffè davvero ottimo. Mourinho fino a qualche anno fa abitava in una villa rosa in collina ma dai tempi del Real Madrid si è trasferito in un villaggio lontano 15 chilometri, Azeitao, dove ha acquistato una casa con vista sull’oceano. È I che si rifugia nei momenti di ricerca della pace interiore. In quella zona scattò anche la famosa fotografia con la quale annunciò l’arrivo a Roma, nel luglio del 2021: il Miradouro do Portinho da Arrabida, un belvedere meraviglioso da cui è possibile ammirare le insenature naturali, i palazzi della città e le diverse colorazioni dell’acqua è uno dei posti più adatti al relax e alla meditazione.
Ma c’è un ulteriore elemento che lega Mourinho a Setúbal: è lo stadio del Vitoria, la squadra per cui tifa da bambino. Il Bonfim è letteralmente attaccato alla scuola De Bocage: dalle finestre, durante le lezioni, il piccolo José poteva guardare le tribune e immaginare di entrarci dentro. Da tifoso lo ha fatto quasi subito con il padre Felix. Ma non molto tempo dopo, a 24 anni, era già allenatore degli Allievi del Vitoria. Fresco di laurea, guidava i ragazzi e intanto si dedicava all’attività di professore di educazione fisica. Non ha mai dimenticato le sue origini: è tuttora possesso re di una tessera di socio del Vitoria Setubal. Vedrete che un giorno, magari tra cent’anni, finirà Il la carriera.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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