Una corsa sotto la curva degna del miglior Carlo Mazzone. O anche si sé stesso quando dalla panchina dell’Inter fece una corsa simile dopo una vittoria complicata col Siena nell’anno del “triplete”. Ha esultato così José Mourinho, percorrendo 80 metri di campo per raggiungere i suoi calciatori sotto la curva, quando in pieno recupero la Roma ha vinto contro il Sassuolo una partita che ha rischiato di pareggiato ma che avrebbe anche potuto perdere se non Rui Patricio non ci avesse messo un paio di pezze con delle parate decisive e se il Var non avesse dato una mano in occasione dei gol annullati a Berardi nel primo tempo e a Scamacca negli ultimi secondi.
È stata una vittoria per cuori forti, i 29 mila che ieri sera erano all’Olimpico, che ha mantenuto la Roma in testa alla classifica a punteggio pieno insieme al Milan e al Napoli. Lo Special One, che ha sorpreso tutti mandando in campo tutti i calciatori rientrati con qualche problema fisico dalle nazionali compreso Vina che era tornato solo sabato mattina dal Sudamerica, ha onorato nel migliore dei modi la sua millesima panchina in carriera.
Mourinho a fine partita non può non essere soddisfatto: “Durante la settimana – le parole del portoghese – ho mentito anche a me stesso nel dire che non era una partita speciale per me, e invece ci tenevo tantissimo e la ricorderò fino all’ultimo giorno della mia vita. Non volevo perdere, non volevo questo ricordo negativo: ho mentito a tutti, ed è stata una sensazione incredibile. Poteva finire 6-6, Rui Patricio ha compiuto due o tre parate incredibili e noi abbiamo sbagliato un paio di gol a porta vuota: potevamo vincere o perdere, per un tifoso neutrale è stata una partita straordinaria, immaginate per uno come me”. Per la prima volta in carriera ha vinto le prime cinque partite iniziali della stagione all’esordio in un nuovo club.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini