Vestito di bianco come un tennista di Wimbledon, ha l’aria serena come quella dei giorni migliori. Partito da Lisbona in compagnia del suo fido scudiero Nuno Santos, alle 14.35 di un sabato torrido José Mourinho sbarca a Ciampino in apparenza con una valigia piena più di dubbi che di certezze.
In genere le sue (rare) terze stagioni nello stesso club sono state sempre complicate, se si eccetta quella trionfale al Porto (ma la prima era partita in corsa), però i successi (sia pure minori) al Real Madrid e al Chelsea non sono mancati. Eppure le sue prime parole sono state senza spigoli, forse sapendo che troverà senz’altro qualche esegeta pronto a graffiare il mondo per suo conto.
In ogni caso, il primo messaggio che l’allenatore portoghese vuole fare filtrare è della tranquillità. Persino quando si affronta un tema come il mercato che gli sta particolarmente a cuore. “Non mi aspetto niente – risponde al manipolo di cronisti che lo attendono – e non sono dispiaciuto per l’approdo di Frattesi all’Inter. Sono solo contento di lavorare. Lunedì mattina (domani, ndr) alle otto sarò pronto. Io sono un uomo di campo”.
In realtà, non solo, visto il controllo della gestione che spesso dimostra di avere. Così gli domandano del futuro di Dybala e la sua replica non pare ansiogena. “Ho parlato con Paulo come parlo con tutti, ma del contratto non so niente”. E a proposito di telefonate, chissà se ne è partita qualcuna per qualche obiettivo di mercato della Roma: Morata, ad esempio, che allo Special One piace parecchio. “Parlo solo con i miei giocatori”. Una piccola bugia perdonabile, visto che quasi tutti gli acquisti giallorossi hanno raccontato delle chiamate seduttive dello Special One.
Neppure l’argomento sempre spinoso degli arbitri pare scuoterlo troppo. A domanda diretta sul fatto se fosse vero che avrebbe dovuto chiedere scusa pubblicamente per non prendere due turni di stop all’esordio del campionato, replica netto: “È vero, ma non sono rimasto sorpreso delle motivazioni per i dieci giorni di squalifica. Vuol dire che ad agosto invece di stare in panchina starò con l’aria condizionata”.
Un bel vantaggio rispetto alla cappa di caldo romana, che spingerà la squadra a fare una seconda parte di preparazione in Portogallo, a casa di José. “Non è così caldo come qui”. L’unica domanda a cui non risponde è quella su Dan Friedkin: è vero che lo ha incontrato in vacanza? E il suo silenzio sembra un assenso.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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