I granelli di sabbia della personalissima clessidra di José Mourinho si stanno evidentemente esaurendo. Senza considerare che dovrebbero in realtà coprire a sufficienza ancora un altro anno di contratto, rallentando così la loro inevitabile caduta verso il basso. Ma la forza di gravità che esiste sul pianeta dello Special One evidentemente esercita un’attrazione diversa, accelerando però, di conseguenza, anche il tempo nell’universo Roma.
E se i Friedkin, da formidabili gestori di aziende, fanno forza sul legame contrattuale che recita “giugno 2024” come naturale scadenza, dall’altra Mourinho non perde occasione per ricordar loro quanto sia lontano il mondo delle prestanti Toyota da quello che è sempre stato il suo habitat naturale. Ma poi la distanza non è così ampia come si pensa, anche la miglior macchina al mondo ha bisogno di controlli e tagliandi, quello di fine stagione Special One vorrebbe semplicemente anticiparlo, per studiare al meglio la messa a punto della prossima stagione.
E così, dopo la rotonda vittoria contro la Sampdoria, il portoghese ha mandato un altro segnale inequivocabile: «Parlo del mio futuro e del mio stato d’animo solo a casa e qualche volta non lo faccio neanche a casa. Qualche volta mi chiudo in me stesso, non parlo con amici, compagni o con i giornalisti. Se qualche mese fa il nostro CEO Berardi ha detto di essere sicuro che io rimarrò, è una sua interpretazione. Se questa volta il signor Zazzaroni ha detto questa cosa, è una sua interpretazione. Ti garantisco che non ne parlo con nessuno. La mia situazione è molto chiara: dal punto di vista contrattuale ho ancora un anno di contratto e niente. Il calcio è calcio, qualche volta i contratti non sono la cosa più importante».
Nessun allarme, nessun tono o vocabolo sopra le righe, nessun concetto urlato o riferimento velato a persone o situazioni. Un invito, convinto e moderato, a non aspettare, a parlare, a incontrarsi faccia a faccia per pianificare. Intanto la prossima stagione, nei numeri e nei uomini che andranno a comporre la rosa a disposizione dello Special One, poi il futuro, con un contratto che può essere rinnovato, nonostante il Fair Play Finanziario provi ad ostacolare pesantemente le nuove promesse di matrimonio. Le sirene esterne continuano a risuonare, vecchi e nuovi estimatori continuano a monitorare la situazione legata allo Special One. (…)
La sua priorità resta la Roma, il progetto a cui, giorno dopo giorno, si dedica con trasporto e passione, un rapporto di empatia e simbiosi con una tifoseria che non aveva mai provato nella sua carriera. Ma per scrivere altri intensi capitoli di sudore, lavoro e famiglia occorre sedersi attorno allo stesso tavolo ed uscirne con una visione univoca, tracciando un sentiero che non prevede vie di fuga o scorciatoie.
Sarà poi lui, come già fatto in passato, a rappresentare uno spontaneo acceleratore del processo di crescita, ma ha bisogno di mentalità e qualità vicine al suo livello per portare la Roma dove, è convinto, meriti di stare. Mourinho, elogiato da Malagò e Abodi per il gesto pro-Stankovic, osannato dai tifosi, ieri era ai Fori Imperiali. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo