Dal pomeriggio di martedì scorso, la tifoseria della As Roma appare come tarantolata da una tempesta magnetica ad altissimo voltaggio: sta per arrivare José Mourinho. In poche ore la febbre per l’Allenatore della Provvidenza ha generato l’alleluja dell’informazione capitolina, un tripudio di cuoricini social e un nuovo gusto di gelato giallorosso intitolato al suddetto. Un profeta, un apostolo a cui vengono attribuiti straordinari poteri taumaturgici.
Nel clima di sbornia collettiva si preferisce, naturalmente, dimenticare i meriti del mister congedato – anch’egli portoghese ma della riva sobria e malinconica del Tago – che in totale solitudine si era fatto carico di una situazione orrenda (aggravata da congiure di spogliatoio). Un signore che ha evitato il crollo definitivo della squadra e accolto il debordante successore con grande disponibilità e senza una parola fuori posto.
Ora, è possibile che leggenda del santo allenatore, invocato e acclamato senza aver diretto neppure una sgambatura possa essere accostata a un’altra figura mitologica (peraltro tifoso romanista) il cui busto era stato collocato tra i grandi della storia patria e senza che ancora avesse messo piede a Palazzo Chigi (e tanti saluti al predecessore, rimasto al timone nell’annus horribilis)
FONTE: Il Fatto Quotidiano