È il rumore degli ortopedici, più che quello dei nemici, a elettrizzare José Mourinho in questo delicato momento della stagione. Perché ha una Roma rabberciata, impoverita dalle assenze e il punto contro un Monza in salute, che arrivava da tre vittorie consecutive, tiene il portoghese soltanto nel gruppo da quinto a settimo posto
Evitato il sorpasso dell’Atalanta e ringraziata la Cremonese che ha fermato il Milan, la Roma avrà però bisogno d’altro, di giocatori più sani, per uscire indenne dal doppio scontro con Inter e Leverkusen in una settimana. Il Monza ha binari conosciuti ed efficaci per far filare il gioco, e i romanisti riescono a togliere queste sicurezze dei padroni di casa, ma non vanno oltre, facendosi riprendere già nel primo tempo quando invece potevano raddoppiare.
Mou, che poi se la prende con l’arbitro, carica tutti con lo spirito di squadra, ha portato in trasferta tutta la rosa, ma sono troppi quelli che hanno viaggiato soltanto “per fare gruppo”. Smalling, Karsdorp, Belotti, Llorente, Dybala, Wijnaldum sono in panchina anche se non possono entrare, incitano i compagni. E metteteci anche Matic (squalificato) e Kumbulla (non può viaggiare) per avere il quadro delle assenze.
Quando va k.o. anche El Shaarawy, Mourinho chiama Volpato, però la partita ha perso slancio: il livello, già non eccelso, cala, nonostante le chance di Ibanez e Carlos Augusto nel recupero, più il rosso a Celik. La Roma non vince da tre gare, ma il pari è giusto.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – P. Archetti