L’esigenza di cambiare e sperimentare ha accompagnato l’intera carriera di Mourinho. Non è un integralista, lo dice la sua storia. Maestro del “rombo” con cui ha portato il Porto a vincere la Champions, ha utilizzato spesso i tre attaccanti, specializzandosi nel 4-2-3-1 senza però disprezzare la difesa a tre col doppio centravanti. Ecco spiegati i movimenti di mercato romanisti: due punte, Dzeko e Mayoral, non basteranno.
Lo Special One lo ha già detto a Pinto. Per questo Belotti è in pole position. Poi magari ci sarà un posto per un quarto, più giovane, come il classe 1997 Joao Klauss dell’Hoffenheim. Nelle prime esperienze al Benfica e al Leira, Mourinho giocava col 4-3-3.
Nel Porto ha sposato il 4-1-2-1-2. Lo ha portato anche al Chelsea per poi passare al 4-4-2, 4-3-3 o anche 4-2-3-1. All’Inter aveva iniziato proprio con questo modulo e ci ha vinto anche la Champions. In mezzo le cose sono cambiate però con il 4-4-2. Al Tottenham, infine, si è vista anche la difesa a tre con un 3-4-2-1.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota