Per riuscire salvare José Mourinho da un’altra squalifica ci voleva un clima diverso, non certo questo. Fatto di battaglie (social) dialettiche e di silenzi spesso assordanti, e in mezzo la pesante e fresca squalifica Uefa non ha certo aiutato, condizionando il tutto. Mourinho ha scelto la coerenza, davanti a una squalifica scontata che il Tribunale Federale avrebbe inflitto in ogni caso: nessuna scusa pubblica, solo un semplice – e inutile – chiarimento. Risultato: per aver preso di mira il direttore di gara di Monza-Roma, Daniele Chiffi, il 3 maggio scorso, José è stato condannato a dieci giorni di stop a partire dalla prima giornata, il che vuol dire, due turni. E non basta: ci sono pure 50 mila euro di multa allo Special e per la Roma, per re sponsabilità oggettiva.
Il patteggiamento – come accordato dalla Procura Federale – non è stato considerato congruo né dalla Roma, che avrebbe comunque subito la squalifica del suo tecnico né dallo stesso Tribunale, quindi si è andati a sentenza, senza sconti. Si capisce come Mourinho sia ormai al centro del mirino delle istituzioni. (…) I nemici continuano a far rumore nelle sue orecchie. José paga le offese rivolte a Chiffi, ma non tanto per averlo definito “scarso”, quanto per aver insinuato come altri club, e non la Roma, abbiano mai avuto la forza di dire “questo arbitro non lo vogliamo”. Accusa di ricusazione, ritenuta grave.
FONTE: Il Messaggero