Come sembrano lontani i tempi in cui José Mourinho si sedeva in panchina, con lo sguardo preoccupato, a prendere appunti. Ieri sera, nel nubifragio dell’Olimpico, lo Special One invece ha preso solo tanta acqua. Ma a giudicare dalla foga con cui ha salutato i suoi ragazzi a fine partita – tra un abbraccio a Mancini, una pacca sulla spalla a Veretout e un “ti voglio così” detto con convinzione a Kumbulla – c’è da scommettere che per lui sia stata una doccia purificante. Quasi rigenerante.
José non s’è mai rilassato, i primi cambi li ha effettuati solamente al 70′, con la Roma avanti di tre gol sullo Zorya. “Potevamo farne 7 – ha detto l’allenatore a fine partita – ho visto un bel segnale: la responsabilità di andare avanti in questa competizione. È un girone che dobbiamo vincere. Certo, potevamo stare meglio in Serie A ed essere già primi in Conference, ma sono contento per la bellezza del gioco che esprimiamo“.
Mou è soddisfatto anche della prova dei singoli in un modulo inedito rispetto alle previsioni iniziali. La prova tattica di ieri sera è stata delle mezze ali: Perez sul centro destra, Mkhitaryan sul centro sinistra. In conferenza stampa, José ha incensato l’armeno, spiegando che potrebbe impiegarlo altrove: “Questo è il suo ruolo – ha spiegato – non è un attaccante, non può fare il giocatore di fascia. Sì, ha giocato un’altra grande partita“.
Pure lo spagnolo s’è preso i complimenti: “Anche se non è un esterno super offensivo può fare la mezzala. Ha fatto una gara di enorme qualità”. Su Karsdorp, invece, il portoghese non ha più aggettivi: “L‘ennesima partita incredibile. Ora voglio vedere i dati gps, i chilometri che ha corso e l’intensità: mi spavento sempre quando leggo i numeri di Rick. A poco a poco dovremmo dargli un po’ di riposo, come ho fatto con Ibanez e con Smalling che non aveva 90 minuti nelle gambe. Zaniolo? È uscito per un dolore al polpaccio, se avessi potuto cambiare 10 calciatori nell’ultimo quarto d’ora l’avrei fatto“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota