“Siamo tutti risultatisti. Tutto ciò che ci interessa è il risultato e chi sostiene di non esserlo dice una bugia”, sorride perfido. È più risultatista di tutti dopo aver vinto senza neanche un tiro in porta, se non di rigore decisivo di Dybala dopo 8 minuti, la partita che sistema la Roma su questo inedito podio di centro-sud, dietro a Napoli e Lazio.
José Mourinho, nostro signore dei pragmatici, gongola perché su certe cose non è ipocrita. “Lo sport è fare più punti degli altri, tutto qui. Certo, se vincessi sempre 5-0 avrei meno capelli bianchi e non mi verrebbe la tachicardia, ma se dite che la mia squadra è umile vi ringrazio, perché è proprio così Ma quando allenavo il Real di Ronaldo, Higuain, Benzema, Ozil, DI Maria avevamo battuto il record di gol: facile, con quei giocatori”.
Con questi deve in qualche modo arrangiarsi e intanto sta là, su un podio che però considera virtuale (“Sicuri che la Juve non abbia 60 punti? Siamo in Italia…”), accumulando successi e ambizioni con una squadra perennemente votata alla noia. Per battere li Toro, lo ha incartato tatticamente: ha rinunciato al centravanti togliendo il punto di riferimento ai feroci marcatori a uomo di Juric, frastornati all’idea di correre dietro a tre attaccanti che non attaccavano mai, ma in compenso pressavano moltissimo.
FONTE: La Repubblica – E. Gamba