È la vittoria delle buone notizie. La prima: la Roma ha agganciato nuovamente la zona Champions League piazzandosi di fianco all’Inter in classifica. La seconda: Gini Wijnaldum, uno dei colpi migliori del “mercatino”, ha giocato una partita degna dei tempi di Liverpool. È stato il dominatore del centrocampo. La terza: per la prima volta da agosto, quando aveva travolto il Monza, la Roma batte un avversario con tre gol di scarto.
Nonostante le assenze, che hanno consigliato a Mourinho il ripristino della difesa a quattro dopo 15 mesi di quintetti, si sono visti lampi di calcio anche se il primo gol è arrivato dopo quasi un’ora, mentre la Sampdoria si stava riorganizzando per colmare il vuoto dell’inferiorità numerica. È impossibile assicurare che il risultato sarebbe stato lo stesso senza la sciocca espulsione di Murillo.
Wijnaldum ha segnato di testa la rete dell’1-0 proprio bruciando il sostituto appena inserito da Stankovic, Murru. Con il primo inserimento, ben pescato da Matic, Wijnaldum ha colpito un palo. Con il secondo, ancora individuato da Matic (sempre bravissimo), ha segnato l’1-0. Con il terzo, forse la giocata più bella per destrezza e astuzia, si è preso il rigore che poi Dybala, l’altro diadema della collezione estiva, ha convertito nel 2-0 valso la decima rete in campionato. Rispetto alla partita con il Sassuolo, in cui aveva segnato il suo primo gol romanista, Wijnaldum è sembrato un altro calciatore. Forse anche per una condizione atletica finalmente idonea.
Al 3-0, quando ormai Irrati soffiava sul fischietto, ha provveduto El Shaarawy con una stilettata delle sue. E sono 4 in campionato per il precario più forte del gruppo. Da sottolineare qui anche l’assist di Solbakken. Abraham invece proprio non riesce a scuotersi. La sua involuzione resta preoccupante, nonostante il ruolo attivo nell’espulsione di Murillo. Se ne è accorto l’Olimpico, pieno come al solito: al momento della sostituzione si sono sentiti molti fischi.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida