È ripartito da Roma da romanista, dopo un blitz di 24 ore e due voli privati, ma l’accordo non è stato ancora ufficializzato. Evan N’Dicka ha raggiunto il ritiro della nazionale ivoriana, che potrebbe regalargli l’esordio sabato, con la certezza del trasferimento dopo le visite mediche e il giro di ricognizione a Trigoria.
Ma i contratti devono essere perfezionati, anche nel rispetto degli obblighi verso l’Eintracht che fino al 30 giugno detiene i diritti sportivi sul cartellino, e allora la Roma ha preferito rinviare l’annuncio alla prossima settimana. Non ci saranno sorprese. N’Dicka ha firmato fino al 2028 e guadagnerà circa 3 milioni netti a stagione. Potrebbe indossare la maglia numero 5 che aveva all’Auxerre perché la preferita, la numero 2 dei cinque anni di Francoforte, oggi è occupata da Karsdorp.
Era uno degli svincolati più interessanti d’Europa per età (è un ‘99) e caratteristiche: difensore centrale mancino, molto forte fisicamente, bravo anche nell’area di rigore avversaria, adatto sia alla difesa a cinque che a quella a quattro. Il tentativo in extremis del Milan, che ha provato a soffiarlo alla Roma, è stato reale e concreto. Ma N’Dicka è stato convinto dalla solita telefonata, proveniente da José Mourinho, e poi da Ryan Friedkin, che gli ha spiegato il respiro del progetto. A quel punto il giocatore e il suo nutrito entourage hanno rotto gli indugi accettando la proposta, dopo oltre sei mesi di corteggiamento da parte di Tiago Pinto.
N’Dicka ha il triplo passaporto perché è nato a Parigi da padre camerunese e madre ivoriana. Verrà quindi tesserato da comunitario, proprio come Aouar che è francese di nascita e algerino di cuore. Se lo consideriamo ivoriano, come da scelta di nazionale, è il quinto nella storia romanista dopo il turbolento Lassissi, la coppia Gervinho-Doumbia e il giovane Bamba, ora finito al Livorno in Serie D.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida