La Roma è in pressing per riportare i tifosi allo stadio. La società giallorossa ritiene un obiettivo strategico tornare a giocare in un Olimpico pieno, in attesa di veder partire i lavori per il nuovo stadio. Nell’incontro con le istituzioni di questa estate, Baldissoni aveva presentato un progetto. Al Ministro degli Interni Alfano e al Prefetto di Roma, Paola Basilone. L’idea della Roma è quella di ridisegnare le curve, spostare le uscite e abolire la scalinata principale, quella che taglia in due il settore, dal tabellone luminoso fino al campo. In questo modo i tifosi si ritroverebbero in un corpo unico. Se la Prefettura si mostrasse intransigente le barriere verrebbero spostate a delimitare le uscite, se non si riuscisse a toglierle del tutto. Il progetto è rimasto in un cassetto, ma la partita di rugby di novembre, per la quale verranno tolte le barriere, potrebbe essere l’occasione per provare a fare un esperimento. Da parte della Prefettura c’è un’apertura in questo senso, anche se le continue prese di posizione da parte di tesserati della Roma non sono particolarmente gradite ai più strenui “difensori” delle barriere.
POSIZIONI – Da parte della Questura la posizione non è cambiata rispetto all’inizio della stagione. Secondo le istituzioni il rischio è sempre quello che senza controlli in curva possano verificarsi episodi di delinquenza. Inoltre da parte della tifoseria non ci sarebbe stata una disponibilità al dialogo e ad accettare la decisione di quello che era il Prefetto di Roma e oggi è il capo della Polizia, Franco Gabrielli. Che nei giorni scorsi è stato molto duro con gli ultras dell’Aglianese per la protesta contro l’intitolazione dello stadio a Filippo Raciti, l’ispettore morto a seguito degli scontri avvenuti all’esterno dello stadio di Catania il 2 febbraio 2007. Dall’inizio della stagione i tifosi giallorossi hanno dimostrato correttezza in tutte le trasferte. Domenica scorsa erano quattromila a Empoli e non ci sono stati problemi.