Una grande illusione. In questo si sta trasformando la Roma affidata dai Friedkin a Mourinho, l’allenatore che dovrebbe portare mentalità vincente, tramutando in risultati gli sforzi economici della proprietà che al momento spende di più in Italia. Già superata la quota di mezzo miliardo di euro di investimenti, ma a sette mesi di distanza dall’annuncio dell’ingaggio dell’allenatore portoghese e quasi 18 mesi dopo l’avvento dei texani, la Roma che si vede in campo non è una squadra competitiva ad alti livelli.
Fuori dalla Coppa Italia al primo ostacolo vero, sesta in classifica a pari merito con la Lazio a sei punti dal quarto posto – potrebbero essere sette se si conta la gara giocata in meno dall’Atalanta – la rincorsa alla Champions sembra una chimera e alla Roma non resta che aggrapparsi alla Conference League per sperare in una gioia stagionale.
Un bilancio parziale non in linea con i costi della rosa (terzo/quarto monte ingaggi della Serie A, i dati ufficiali non sono ancora noti) e lo stipendio dell’allenatore, che con i suoi 7 milioni e mezzo di euro netti più premi è dietro solo ad Allegri. I giallorossi hanno perso un terzo delle partite disputate sin qui nelle tre competizioni (11 su 33) e per la terza volta nella storia del club hanno raccolto sei sconfitte su sei gare disputate contro Juventus, Inter e Milan. Se fallissero anche l’ultima sfida di campionato da giocare con i nerazzurri si arriverebbe a 7 ko su 7 come mai accaduto dal 1927 a oggi.
FONTE: Il Tempo – A. Austini