Se dentro al campo la trasferta di Bergamo non è andata bene, sugli spalti e fuori dallo stadio è andata ancora peggio per i circa 1500 tifosi della Roma. A fine gara, infatti, circa 200 sostenitori giallorossi sono quasi arrivati a contatto con le forze di polizia, bersaglio di un fitto lancio di sassi e bottiglie. Dopo il match con l’Atalanta, infatti, buona parte della tifoseria romanista è defluita regolarmente, senza venire a contatto con gli atalantini – i rapporti sono tesi da sempre e la trasferta era considerata ad altissimo rischio – ma un altro gruppo ha provato a sfondare un cancello che li divideva dal parcheggio dove c’erano gli autobus che avrebbero dovuto portarli fuori dallo stadio. Polizia e carabinieri si sono opposti, piazzando davanti al cancello un furgone cellulare e riuscendo a riportare la calma: i tifosi sono stati fermati e identificati uno per uno con le telecamere nel piazzale antistante l’ingresso del settore ospiti; a ciascuno di loro è stato chiesto il documenti di identità prima di essere lasciato libero.
Per tutti è (quasi sicuramente) in arrivo il Daspo, ma c’è il rischio concreto che alla tifoseria romanista sarà preclusa la prossima trasferta, il 17 dicembre allo Juventus Stadium. Prima, il 4, c’è il derby, altra gara per cui sono previste misure di sicurezza straordinarie e per cui la Questura potrebbe tornare a chiedere l’anticipo alle 12.30 per la concomitanza con il referendum. Di certo, rispetto alle precedenti trasferte di Reggio Emilia (con il Sassuolo) ed Empoli, dove non si erano registrati problemi, non ha aiutato il comportamento sugli spalti, con lanci di bombe carta che hanno sfiorato l’arbitro di porta Irrati e i giallorossi che si stavano scaldando. Dopo il gol di Perotti è dovuto intervenire De Rossi per riportare la calma. «Non credo sia un test – aveva detto prima della gara il d.g. Mauro Baldissoni -, i nostri tifosi hanno frequentato tutti gli stadi in trasferta senza creare problemi, come avviene all’Olimpico. Le barriere? Non sono da società civile».