È la Roma a chilometro zero, è la Roma del risparmio. Le strettoie finanziarie hanno tracciato un limite divisivo tra le esigenze della società, e quindi l’orientamento di Tiago Pinto, e le ambizioni di Mourinho, che già dopo la finale di Budapest aveva chiesto investimenti corposi. La bilancia – o meglio il bilancio – pende per adesso tutta dalla parte del general manager.
Starà quindi ai Friedkin interessarsi direttamente del problema: in questo contesto complicato la squadra può crescere e tornare in Champions dopo cinque stagioni di esilio? Se nel 2022 l’allenatore era stato parzialmente accontentato, sia pure attraverso il famoso «mercatino» da 7 milioni, oggi le strategie aziendali sembrano indipendenti.
Senza spendere un euro la Roma ha ingaggiato Aouar e N’Dicka, che potenzialmente costituiranno plusvalenze future essendo giovani, ha riportato a Trigoria un difensore utile come Llorente e assoldato il roccioso Kristensen, che comincerà il campionato come esterno destro titolare. Nel contempo sono entrati circa 35 milioni dalle cessioni di tre giovani rampanti (Tahirovic, Volpato e Missori) più l’olandese Kluivert e lo spagnolo Carles Perez, ai quali si stanno per aggiungere le meno remunerative partenze di Villar e Reynolds. Non abbastanza per consentire, o almeno anticipare, altre spese.
Ma se fino a qui il mercato di Tiago Pinto ha raggiunto risultati interessanti, ancorché da testare in una squadra che ha perso Abraham per infortunio e Wijnaldum per consunzione e vuole liberarsi di Ibañez e Karsdorp, la distanza nelle valutazioni rispetto a Mourinho si allunga nelle ombre che ancora non si sono concretizzate.
Gianluca Scamacca, che ogni giorno manda segnali d’amore dall’Inghilterra sognando il ritorno a casa; Mourinho spinge per Alvaro Morata, che ha più volte contattato con il controcanto di Dybala. Sono due giocatori diversi Scamacca e Dybala, per caratteristiche e curriculum, eppure risultano alternativi in un duello virtuale che nelle condizioni attuali verrà vinto dall’occasione meno costosa. Quindi dentro Scamacca, sempre che il West Ham lo lasci andare in prestito, o altrimenti un attaccante addirittura meno appetibile alla Calvert-Lewin. Niente che risponda alle indicazioni accorate dell’allenatore.
Stesso meccanismo sta avvolgendo la mezzala, dopo che Tiago Pinto ha dovuto lasciar passare sia Frattesi sia Sabitzer perché impossibilitato a pagarne i cartellini. Mourinho come piano B o C sarebbe stato ben lieto di agganciare Daichi Kamada, svincolato dall’Eintracht come N’Dicka. Ma le pretese economiche del giapponese, che hanno spaventato anche la Lazio, sono state giudicate irricevibili da Tiago Pinto.
Da qui la virata su un centrocampista della scuderia Mendes, portoghese fra i portoghesi: Renato Sanches, in uscita dal Psg. Ex grande talento, comprato dal Bayern Monaco quando aveva solo 19 anni per 35 milioni, si è un po’ smarrito, non solo per gli infortuni che lo stanno tormentando nelle ultime stagioni. Ora che di anni ne ha 26, Renato Sanches può essere una scommessa da tentare.
La Roma lo prenderà (verosimilmente) soltanto perché i rapporti tra i presidenti, Al-Khelaifi e Friedkin, stanno lubrificando le tubature del trasferimento. In prestito, senza impegno. Così l’Uefa sarà contenta. Mourinho un po’ meno.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R.Maida
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