Borja Mayoral è arrivato. Ha fatto le visite mediche, firmato, brindato, è pure partito con la squadra per Udine pur sapendo che non potrà in ogni caso scendere in campo, però meglio portarsi avanti nel lavoro.
Chris Smalling invece è ancora lì, tra coloro che son sospesi, di fatto ostaggio di un Manchester United che in questa storia sembra aver deciso di indossare i panni del trecartaro, cambiando un po’ troppo spesso le carte in tavola di una trattativa che da tempo si è trasformata in un’Odissea. Con il protagonista che ancora non riesce a tornare nella sua Itaca che, in questo caso, si chiama Trigoria.
Perché ieri mattina, quando è andato in scena l’incontro tra la dirigenza della Roma e il mediatore croato Jozo Palac incaricato di chiudere con gli inglesi, la fumata non è stata bianca come si sperava e come si pensava dopo i sussurri e grida del giorno precedente, tutti improntati a un certo ottimismo. Dunque: Palac ha varcato il cancello di Trigoria intorno alle undici, un’ora dopo il previsto, ma per il semplice fatto che l’ad giallorosso Guido Fienga lo aveva avvertito che sarebbe arrivato con un’ora di ritardo.
L’incontro è durato il tempo di una partita, una novantina di minuti. Incontro, per quello che ci risulta, a cui avrebbe partecipato nientepopodimenoche che Ryan Friedkin anche lui arrivato poco dopo le undici nel centro sportivo giallorosso. Di solito gli incontri di mercato possono andare avanti per ore, soprattutto se ci sono delle problematiche da sistemare, per conferma basti pensare a quello che era andato in scena il giorno prima, sempre a Trigoria, con Davide Lippi per definire l’arrivo in prestito di Borya Mayoral.
Quindi, ieri, quando Jozo Palac è uscito da Trigoria dopo appena un’ora e mezza, la prima sensazione, forti delle notizie del giorno precedente, è stata che la fumata bianca sarebbe arrivata da lì a pochi minuti. Errore grossolano. Altro che fumata bianca. Il Manchester, come ha detto qualcuno, avrebbe di nuovo cambiato le carte in tavola, dicendo di fatto no all’offerta confezionata dal club giallorosso, offerta che recitava sedici milioni comprendendone tre di bonus facilmente raggiungibili. Che sarebbe successo? Sulla risposta le parti in causa si sono trincerate in un silenzio assoluto. Quindi? Quindi il Manchester che nei giorni scorsi era sceso a una richiesta di diciotto milioni, sarebbe tornato a chiederne venti spiazzando la Roma e il mediatore.
Ci sarebbe un perché però. Ovvero gli inglesi avrebbero voluto inserire nell’affare anche il prestito dell’esterno destro basso portoghese di ventuno anni Diogo Dalot, facendo un pacchetto unico da venti milioni. Ma sembra esserci il trucco. Perché sul ragazzino portoghese ha messo gli occhi anche il Milan che lo vorrebbe vestire di rossonero, ma solo con la formula del prestito con diritto di riscatto e gli inglesi hanno preso in considerazione anche questa ipotesi (fino a ieri invece volevano la cessione per una cifra di quasi quindici milioni visto che due anni fa per acquistarlo ne hanno versati ventidue nelle casse del Porto, magari sperando in un’altra favola tipo Ronaldo).
Insomma c’è un po’ di confusione intorno a Smalling ma la Roma, per quello che sappiamo, non ha alzato bandiera bianca. Anzi c’è ancora la ferma intenzione di riportare Smalling a Trigoria. E per questo si sta continuando a trattare con un nuovo step che non ci permettiamo più di classificare come definitivo, previsto nella giornata di oggi. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri