Una volta si giocava sempre la domenica pomeriggio, spessissimo alle tre del pomeriggio. Era un altro calcio, è vero, rimasto oramai solo nella mente dei romantici del football. Un calcio che probabilmente non tornerà più e che oggi regala solo qualche carezza sparsa, ogni tanto. La Roma la sua se la andrà a prendere domenica contro la Sampdoria, riassaporando quel romanticismo lì all’Olimpico oltre due anni dopo la sua ultima volta. Tanto è infatti passato dall’ultima partita casalinga che la Roma ha giocato nell’orario canonico e destino vuole che quell’11 settembre del 2016 l’avversario di turno fu proprio la Sampdoria, sconfitta 3-2 in extremis, con un rigore in pieno recupero. Segnato, guarda caso, da Francesco Totti. E siccome il destino non è mai banale, quello fu anche l’ultimo gol dell’ex capitano giallorosso nel suo stadio, non certo un ricordo qualsiasi. Ecco, se a Trigoria vogliono trovare un motivo in più per vincere la sfida di domenica c’è anche questo aspetto romantico da inseguire. Oltre, ovviamente, ai tre punti, di vitale importanza per la Roma di Di Francesco.
CORSI E RICORSI — C’è quindi il ricordo dell’ultimo gol di Totti, dell’ultima partita giocata la domenica pomeriggio. Ma c’è soprattutto un Olimpico da riconquistare, visto che nelle cinque partite giocate finora in campionato la Roma ha portato a casa una miseria di otto punti (frutto delle due vittorie con Frosinone e Lazio e dei due pareggi con Atalanta e Chievo), venendo sconfitta nell’ultima uscita, quella contro la Spal. Insomma, è arrivato il momento di invertire la Roma e Di Francesco per farlo sta pensando di rilanciare dal primo minuto proprio Patrik Schick, il grande ex, l’uomo che due stagioni fa con la Sampdoria fece innamorare un po’ tutti e che da quando è sbarcato a Roma non è mai riuscito a fare altrettanto. “Su di lui c’è un equivoco tattico, non è un’ala”, disse lo scorso anno Giampaolo, il suo ex allenatore in maglia blucerchiata. Domenica Schick giocherà al centro dell’attacco al posto di Dzeko e la speranza per la Roma è che torni ad essere un po’ quello che era proprio a Genova.