Archiviato il Chievo, la Roma va in ferie con la tredicesima vittoria consecutiva all’Olimpico, e consolidando il secondo posto alle spalle della Juventus, ora a +4 (con una gara in meno, però). Tre punti centrati in rimonta, ma al di sopra di ogni sospetto. Se ne riparlerà, due giorni dopo la Befana, a Genova contro il Genoa, ultima partita del girone d’andata. E domenica 8 gennaio, vale la pena ricordarlo, il calciomercato sarà già (ri)aperto. Dal 3 al 31 gennaio via libera agli affari, ad acquisti e cessioni. La Roma, l’ha certificato Luciano Spalletti in prima persona, deve/vuole sistemare il centrocampo, perché – al momento – in quel reparto ci sono pochi uomini e, tutto sommato, scarseggia un po’ anche la qualità. Detto che qualcosina andrebbe ritoccato pure in attacco, non solo per la partenza di Salah, va aggiunto che i veri rinforzi della Roma potrebbero arrivare dalla Roma stessa. Cioè, non cadere nella tentazione (o necessità?) di cedere un pezzo da novanta, garantirebbe a prescindere alla squadra giallorossa un miglioramento. E, forse, tranquillizzerebbe ulteriormente Spalletti, tecnico con il contratto in scadenza e con alle spalle già diversi “no” di fronte alla richiesta societaria di rinnovare. Ci sono almeno tre giocatori, Nainggolan, Manolas e Ruediger, che da mesi sono nel mirino di club ricchi e disposti a non badare a spese pur di portarli nel loro spogliatoio.
TENTAZIONI La Roma, in estate, ha resistito alla tentazione (necessità?) di cedere uno dei tre, e la speranza è che continui a resistere fino al prossimo 31 gennaio. Smentendo così tutte le malelingue che non perdono occasione per paventare orizzonti tetri per il club capitolino senza l’ossigeno derivante dalla partenza di questo o di quello. La stagione, al di là del distacco dalla Juventus in campionato, è ancora lunga, ci sono impegni come l’Europa League e la Coppa Italia che vanno onorati fino in fondo, e la Roma ha la possibilità, cioè il potenziale, per farlo. Ecco perché dalla sessione invernale del calciomercato si aspettano solo buone notizie: le (cattive) sorprese sarebbero un pessimo viatico per l’anno che verrà