Lo sguardo sembra nascondere preoccupazioni. Lo si capisce quando parla d’infortuni, di quel «po’ di tempo e di fortuna» che vorrebbe, anche se sa di non poterla pretendere. Gianluca Petrachi, però, non si nasconde e racconta le sue verità. «L’idea del mercato era quella di fare investimenti importanti su giovani. Smalling e Mkhitaryan sono state posizioni furbe. A Dzeko, poi, ho fatto capire che stava nascendo una Roma diversa e che lui sarebbe stato un riferimento per tutti». (…)
La spiegazione vira anche sugli ingaggi alti. «Gli infelici sono andati via, è stato fatto un mercato in uscita importantissimo.Ci sono riuscito all’80%. Abbiamo fatto dei rinnovi a dei giovani forti, come Under e Zaniolo, a delle cifre congrue. Il monte ingaggi è molto in su, bisogna tornare ad avere dei valori giusti. La Roma su questo deve migliorare. Oggi è un livello un po’ sfalsato, il mio obiettivo è quello di riequilibrare il tutto cercando di mantenere un tasso qualitativo altissimo.” (…)
E poi sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa dicendo che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuno. Citavate Marotta e Paratici: “Oggi nessuno può venire a Roma per fare il prepotente, tra virgolette”. Titoli di coda su Baldini. «Non ha mai intralciato il mio lavoro. Non ho avuto grandi problemi, abbiamo rispettato le distanze. Poi se Franco ha un contatto diretto con Pallotta, bene. Sono molto contento di come sia andato il lavoro di squadra». Speriamo funzioni anche quella di Fonseca.
FONTE: La Gazzetta dello Sport