I documenti sono pronti da giorni. Tocca a James Pallotta firmare il passaggio di consegne a Friedkin. L’offerta è sempre quella: 490 milioni, ai quali sommarne altri 85 da destinare all’aumento di capitale. Intanto il 19 agosto c’è la scadenza per presentare alla Covisoc le garanzie per l’iscrizione della Roma al prossimo campionato.
L’organo di vigilanza della Figc è stato chiaro con Trigoria: alla luce del passaggio nella semestrale, nel quale emerge nella relazione di Deloitte «un richiamo relativo a dubbi significativi sulla continuità aziendale», le assicurazioni verbali non bastano. Bisogna spiegare come avverrà lo sviluppo dei versamenti. E soprattutto chi se ne farà carico.
Pallotta si trova davanti ad un bivio. Accettare la proposta di Friedkin che gli garantirebbe però un guadagno di circa 180 milioni netti (con una minusvalenza di circa 120) oppure rischiare. La seconda ipotesi ha il volto di Fahad Al Baker.
L’uomo d’affari mediorientale (affiancato da due soci, rimasti per ora al coperto), proprietario della Winners Kuwait, che soltanto poche ore fa ha detto di attendersi una risposta positiva alla proposta presentata, è – al momento – l’unica alternativa a Friedkin.
Il problema è che non avendo avuto il tempo di effettuare la due-diligence, l’offerta preliminare che ha presentato (superiore a quella del magnate texano, pur non arrivando ai 600 milioni) non è vincolante. Non lo è ancora nemmeno quella di Friedkin, ma i rispettivi studi di avvocati ormai delineato modalità, pagamenti, garanzie e fideiussioni nei minimi dettagli.
FONTE: Il Messaggero