Ad un passo dal cambio di proprietà della Roma, non si può fare a meno di notare le criticità messe in luce dalla semestrale che chiude l’era Pallotta. E questo nonostante il versamento da parte del presidente uscente di diverse somme liquide nell’ultimo periodo, dai 50 milioni iscritti a livello contabile, passando per i 10 milioni di gennaio-febbraio, ai 20 milioni non ancora presenti nella semestrale ma già versati. Il residuo dell’aumento di capitale da coprire, per Friedkin, sarà dunque di circa 70 milioni.
Il passivo di quasi 87 milioni imbarazzerà la Roma quando il club di Trigoria dovrà fare i conti con il Fair Play Finanziaro: ci sarà da sperare nel Voluntary agreement, anche se al momento la Roma non è in possesso dei requisiti per richiederlo. A dare forma a questa situazione hanno senz’altro contribuito la mancata qualificazione in Champions ed il ridotto numero di plusvalenze effettuate dal ds Petrachi rispetto al passato.
L’indebitamento finanziario netto è salito a 264,4 milioni, e se non dovessero subentrare nuove sponsorizzazioni o risultati sportivi di rilievo – ad esempio la vittoria dell’Europa League – il passivo al 30 giugno potrebbe lievitare fino a 110 milioni di euro.
Si scopre poi, in questa situazione, come l’ultimo contratto sottoscritto da Kolarov – 35 anni a novembre – presenti un opzione per il prolungamento fino al 2022, legata al raggiungimento di determinati risultati sportivi.
FONTE: Il Messaggero