Questa è una storia di nascite e rinascite. O, almeno, è quello che spera la Roma. Pochi giorni fa Tammy Abraham ha annunciato la sua paternità: sperava di dedicare un gol al piccolo (sarà un maschietto) in arrivo, ma visto che il pallone in porta non entrava dal 9 novembre, ha scelto Instagram. Foto posata con la fidanzata Leah, annuncio social e via, come ormai succede quasi sempre tra gli sportivi e i famosi. Aveva bisogno, però, di qualcosa in più perché gli ultimi mesi non sono stati semplici: motivi personali, che chissà se mai avrà voglia di raccontare, e motivi sportivi.
Quelli sono noti: la mancata convocazione per il Mondiale è stata una mazzata, qualche critica pubblica di Mourinho non è stata facile da accettare, così come non sono stati semplici da gestire i primi fischi dell’Olimpico. Lo stadio che lo ha amato fin dal primo momento. Con l’apoteosi, sua e dei romanisti, della notte di Tirana.
In questa stagione, però, Abraham è stato solo lontano parente di quel giocatore ammirato la scorsa stagione. Cinque gol (compreso quello di stasera) di cui quattro in campionato, tante partite opache, tanti tocchi sbagliati, parecchi gol falliti: dove sei finito, Tammy? Se lo chiedevano i tifosi, se lo sono chiesti anche a Trigoria dove, comunque, Mourinho gli ha dato fiducia quasi sempre. Ha giocato tutte le partite di campionato e tutte quelle di coppa, tranne la prima per un fastidio alla spalla, ma solo in 8 occasioni è rimasto in campo 90′. L’ultima, stasera.
Ed è stata determinante, perché il gol del 2-2 a San Siro è la ciliegina sulla torta di una partita in crescendo: un colpo di tacco, le ammonizioni provocate di Leao e Bennacer, quei palloni presi a centrocampo che forse sono più nel Dna di Dzeko che nel suo. Ma quando serve Tammy è pronto anche a fare qualcosa di diverso dal suo, a sacrificarsi, a far vedere che a volte non bisogna essere belli, ma concreti. Che si deve fare, più che dire. E’ questo, in fondo, che fanno i padri, soprattutto nei momenti difficili. E per una notte Tammy è stato il padre di tutti i romanisti. La luce di San Siro. La Roma spera che non si spenga più.
FONTE: Il Corriere dello Sport – C. Zucchelli
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin