Ebbene, nessuno si aspettava facce liete e sorrisi aperti. La Conferenza dei Servizi sul progetto di nuovo stadio della Roma si è aperta come è andato avanti l’intero procedimento: tra i litigi. Il che, trattandosi ormai di un classico, non consente di trarre indicazioni attendibili sull’esito della vicenda.
LABIRINTO – I fatti sono questi. Un altro giorno è andato e il Comune ancora non ha deciso che cosa fare di quest’iniziativa ereditata dalla giunta di Ignazio Marino. Ereditata, non adottata: ha tenuto a precisarlo il rappresentante dell’attuale amministrazione del Campidoglio, Vittoria Crisostomi. E già questo suona bizzarro. Il Comune ha trasmesso alla Regione il progetto ricevuto dalla Roma e dalle aziende che lavorano allo stadio, consentendo e anche costringendo la Regione Lazio a convocare la conferenza.
Non è solo una questione di come dire le cose, il problema sta proprio in che cosa dire. Il Campidoglio è in un labirinto tracciato dalle variegate dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Paolo Berdini, dall’impostazione ideologica dell’attività politica, almeno in questo caso, da parte del Movimento Cinque Stelle, dal dubbio che tutto sommato rinunciare a un progetto del valore complessivo di 1,7 miliardi, a 440 milioni di opere pubbliche, a un possibile aumento dell’occupazione vicino all’1%, come prevede uno studio dell’Università La Sapienza, in fondo non sia molto furbo. Comunque hanno tutti cominciato a parlare, anche se ad alta voce.
Niente politici per il momento, solo tecnici, una ventina, chiusi in un cubo rivestito di plexiglass che ospita il dipartimento territorio, mobilità e rifiuti della Regione. Bisogna entrare in una galleria ventosa in uno dei giganteschi lembi della periferia meridionale di Roma. Due ore di riunione, preliminare e organizzativa, in cui è stato stabilito di vedersi ogni giovedì per tutto il mese di novembre, che i lavori devono – dovrebbero – chiudersi entro il primo febbraio 2017, come si vota, come si procede. La prossima riunione quindi è per il 10 e in quell’occasione si comincerà a entrare nel merito affrontando, comunica una nota della Regione, «i temi relativi a mobilità, infrastrutture e sottoservizi». Dove per sottoservizi bisogna intendere tubature, stesa dei cavi, cunicoli di manutenzione.
INTEGRAZIONI – Che poi sono proprio gli argomenti sui quali il Comune ha impostato la sua melina. Già alla trasmissione del progetto il Campidoglio aveva sottolineato la necessità di integrare la documentazione con ulteriori particolari e disegni. La richiesta è stata rinnovata ieri durante la prima riunione ed è a questo punto che sono apparse le scintille. Perché il Comune voleva approfittarne per interrompere subito la conferenza (altro tempo guadagnato) mentre Demetrio Carini, il rappresentante della Regione – Manuela Manetti presiede le riunioni – ha fatto notare che la legge prevede non più di una sospensione, quindi non avrebbero potuto essercene altre in seguito, e che in ogni caso lo stop non arresterebbe l’orologio e non prolungherebbe i tempi.
Per questo Simone Contasta, inviato della ditta incaricata della costruzione Parsitalia, ha potuto dire: «I tempi previsti saranno rispettati. Siamo assolutamente ottimisti». Essere ottimisti è sempre una buona cosa, però qui abbiamo a che fare con una procedura mai seguita prima e con la possibilità concreta che d’improvviso il Comune decida di votare contro la realizzazione dell’opera. Anche se in questo momento la strategia sembra essere diversa: chiedere tanti e tali tagli al progetto, dalle cubature alle opere pubbliche, da spingere i proponenti a ritirare il tutto. Oppure si troverà la sintesi perfetta nei prossimi incontri: in fondo è questo lo scopo della Conferenza dei Servizi. Intanto i costruttori hanno promesso di presentare le integrazioni richieste in capo a un mese. Vogliono sbrigarsi, almeno loro.