Ci racconti come vivi in Portogallo?
“Sto bene, ho trovato una bella squadra, bravi compagni, un allenatore che mi ha trasmesso fiducia e con il quale avevo parlato prima di venire. Ha idee molto simili a Fonseca, si conoscono ma non sono amici”.
Fonseca a gennaio ti aveva consigliato di fare questa esperienza? “Ho parlato con lui e con Petrachi e mi hanno detto che sarebbe stata utile per crescere, perchè nella Roma avevo poco spazio”.
Fonseca in estate aveva chiesto di tenerti, poi però hai giocato poco… “Non posso dire che non mi abbia dato opportunità, soprattutto nel mio ruolo. Sono entrato bene contro il Cagliari e il Milan, e ho due presenze anche in Europa League. Nella prima partita all’Olimpico ho sfiorato anche il gol. La fiducia l’ho sempre sentita, quando ho giocato mi ha fatto anche i complimenti”.
Da Di Francesco che ti ha lanciato a Fonseca: quali sono le differenze? “Sono due allenatori molto presenti, che si fanno sentire. Di Francesco è quello che ha creduto per primo in me, gli sono riconoscente. A me piace molto il gioco di Fonseca, mi trovavo bene con i suoi schemi. Tra i due allenatori c’è poca differenza. Entrambi puntano sul possesso palla. Il modulo cambia poco, dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Con Fonseca gli esterni d’attacco stanno più dentro, vuole che siano più vicini al centravanti e quindi alla porta”.
Il giorno del debutto, il 24 gennaio 2018, a Marassi facesti un assist per Dzeko… “Ho una bella intesa con Edin, mi sono allenato tanto con lui. E’ un grande professionista, mi ha sempre aiutato. Mi ha dato tanti consigli, per curare l’attenzione ai particolari in allenamento”.
Dzeko e Kolarov sono i leader della squadra… “Kolarov mi ha preso sotto l’ala protettrice, da quando a 18 anni sono salito in prima squadra. Anche lui mi dava consigli, a volte strillava, ma per il mio bene”.
A quali giocatori sei più legato alla Roma? “Zaniolo e Florenzi sono quelli con i quali stavo più spesso. Ci prendevamo in giro quando facevamo un gioco a due tocchi senza far cadere la palla. Nicolò è il mio migliore amico, in ritiro eravamo in stanza insieme. Quando si è infortunato sono andato a casa sua la sera stessa e c’era anche Florenzi. Era sotto choc”.
Il tuo idolo da bambino? “Totti. Sono di Roma e sono cresciuto con il suo mito. Mi sono allenato un paio di volte con lui, a 17 anni. E’ stato fantastico. Daniele De Rossi è una persona unica, è la figura del capitano, un punto di riferimento per i giovani”.
FONTE: Il Corriere dello Sport