Miki Konsel è rimasto a Roma solo due stagioni, era i portiere titolare della squadra di Zeman. Oggi l’ex nazionale austriaco fa l’opinionista per una tv austriaca e stasera sarà all’Olimpico per commentare la partita con il Salisburgo.
Una partita da vincere. Lei da che parte sta? “Non ci sono dubbi, io tifo per la Roma, la mia squadra in Austria è il Rapid e per questa sfida sono più vicino alla Roma, sono legato alla città, ai tifosi. Lavoro come opinionista, non posso essere di parte, ma il cuore è sempre per la Roma, sarei contento se passassero loro”
Alla Roma è rimasto legato, anche se sono passati più di vent’anni… “Ogni volta che vengo sono sempre trattato con affetto, la gente si ricorda di me. Già all’aeroporto, quando compro il giornale. I tifosi sono i migliori al mondo”
Dopo l’andata per la Roma è più dura… “Ho commentato anche quella partita, ho visto bene la Roma, il gol è stato una beffa, il Salisburgo ha avuto una sola occasione, la Roma è andata vicinissima al gol due volte, poteva vincere”
La segue anche in campionato? ”Si vede la mano di Mourinho, fa sempre qualcosa per vincere, con un calcio molto organizzato. Ha la possibilità di andare in Champions, ma dipende dagli infortuni. Dybala se è al cento per cento può fare la differenza. Come squadra il gruppo funziona, mi piace”
Rui Patricio è specialista in clean sheet… ”E’ un portiere di grande esperienza, affidabile. La Roma è in buone mani con lui”
L’Olimpico pieno può aiutare la Roma? “I tifosi saranno il dodicesimo uomo in campo, saranno importanti. l’atmosfera dell’Olimpico aiuta a dare di più, io conosco questo stadio, quando entri in campo senti una carica enorme”
Nella Roma due anni ricchi di soddisfazioni… “I ricordi belli sono tantissimi, non ne posso dire uno solo. Quando i tifosi hanno creato la canzone per me dopo due partite è stato fantastico, ancora ho la pelle d’oca. Un’esperienza indimenticabile”
Le è mancato lo scudetto… “Sono andato via prima. Ma sono stato contento che lo abbiano vinto, è stato un grande regalo per i tifosi. Io sono stato sempre un numero uno, quando è arrivato Capello ho capito che sarei andato in panchina e ho preferito cambiare”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo
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